E’ arrivata mercoledì 26 ottobre la proposta di revisione delle direttive sulle acque e sull’aria della Commissione Europea. Con lo scopo di migliorare l’attuazione delle disposizioni già in vigore, per raggiungere gli obiettivi di riduzione (acque) e azzeramento (aria) dell’inquinamento entro il 2050, come prevede il Green Deal europeo, Bruxelles sottolinea la necessità di agire subito. “Il costo dell’inazione – dichiara Virginijus Sinkevičius, Commissario responsabile per l’Ambiente, gli oceani e la pesca – è di gran lunga superiore a quello della prevenzione. La Commissione si muove ora per garantire un intervento coordinato in tutta l’Unione che affronti meglio l’inquinamento alla fonte, a livello locale e transfrontaliero.”
L’aggiornamento delle norme non può che garantire benefici su salute, risparmio energetico, produzione e biodiversità. Aria e acqua pulite sono essenziali per la salute delle persone e degli ecosistemi.
A causa dell’inquinamento atmosferico ogni anno muoiono quasi 300mila europei prematuramente e le nuove norme proposte, si legge nel comunicato della Commissione, ridurranno, di oltre il 75% in dieci anni, i decessi dovuti ai livelli del principale inquinante PM2,5, livelli che sono superiori agli orientamenti dell’Organizzazione mondiale della sanità. La proposta di revisione delle direttive sulla qualità dell’aria, in linea con gli sforzi dedicati alla neutralità climatica, si propone di ridurre di oltre la metà il valore limite annuale dell’inquinante principale, particolato fine (PM2,5) e di garantire il diritto al risarcimento alle persone che hanno subito un danno alla salute in caso di violazione delle norme Ue sulla qualità dell’aria.
Le novità normative, secondo la stima della Commissione, contribuiranno non solo a migliorare la qualità dell’aria in tutta l’Europa, entro il 2030, ma porteranno anche benefici lordi annuali da circa 42 miliardi di euro a 121 miliardi nel 2030, a fronte di un costo inferiore a 6 miliardi di euro all’anno da sostenere per gli interventi migliorativi.
Nel mirino della Commissione c’è anche la direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane la cui revisione consentirà ai cittadini europei di beneficiare di fiumi, laghi, acque sotterranee e mari più puliti, con la possibilità di migliorare la qualità dei fanghi da sfruttare, anche per produrre energia, in un contesto di economia circolare.
Per garantire ulteriormente la protezione delle acque superficiali e sotterranee, la Commissione propone di aggiornare gli elenchi degli inquinanti delle acque e di garantire un sistema di monitoraggio più rigoroso. Agli elenchi già esistenti saranno aggiunte 25 sostanze con effetti problematici solidamente documentati sulla natura e sulla salute umana. Tra queste ci sono le sostante perfluoroalchiliche (PFAS), usate negli utensili da cucina e nei prodotti per l’igiene personale, una serie di pesticidi e gli antibiotici.
Le proposte della Commissione saranno esaminate dal Parlamento europeo e dal Consiglio secondo la procedura legislativa ordinaria. Con la successiva adozione, le norme, per consentire all’industria e alle autorità il tempo di adattarsi e di investire, entreranno in vigore con scadenze progressive al 2030, 2040 e al 2050 per l’obiettivo finale “inquinamento zero”.