Il WWF Litorale Laziale, in collaborazione con la sezione ISDE della provincia di Latina, chiede in un appello la regolamentazione delle attività riguardanti gli impianti di trattamento rifiuti e gli impianti per la produzione energetica FER. La richiesta è stata inviata alla Regione Lazio all’Assessore al Ciclo dei Rifiuti e impianti di trattamento, smaltimento e recupero, Massimiliano Valeriani, all’Assessore alla Transizione Ecologica, Roberta Lombardi e al Direttore Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette, Vito Consoli, ed è in linea con quello inviato il 30 marzo c.a. ad alcune amministrazioni, e tra queste quella di Aprilia.
All’interno dell’istanza, inviata tramite una comunicazione circostanziata e corredata da dati, si richiede la definizione degli Ambiti Territoriali Ottimali, ATO, (territori dove si organizzano servizi pubblici integrati per la gestione dei rifiuti, dove agiscono autorità di Ambito che affidano, organizzano e controllano la gestione del servizio) e quindi che si facciano studi di approfondimento sul territorio per individuare zone di possibile costruzione di impianti ma soprattutto dove si evidenzino le zone e i territori già fortemente degradati dalla presenza di altri impianti.
A questo, si aggiunge l’applicazione del Piano dei Rifiuti Regionale completamente disatteso e che si rispetti il Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria e, laddove necessario, si valuti l’applicazione della direttiva Seveso.
Si richiede, inoltre, che i cittadini vengano informati di eventuali progetti che riguardano i loro territori dove vivono con le loro famiglia, in fase progettuale, non a lavori iniziati e autorizzazioni rilasciate. “Le popolazioni stanno protestando non in virtù del principio NIMBY (inglese per Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile”) che avrebbero tutto il diritto a rivendicare – si legge nel comunicato – ma che è spesso usato in senso negativo come di chi rifiuta in modo egoistico a priori qualsiasi innovazione. Le comunità sono perfettamente al corrente dei danni alla salute e del degrado all’ambiente che tutto questo comporta, per le loro vite e per la vita dei loro figli. E sono altresì consapevoli che questi impianti sono dannosi e inquinanti per le falde idriche, sono consapevoli che l’atmosfera e i sistemi naturali possono trasportare queste sostanze indesiderate per chilometri e chilometri. La protesta dei cittadini è supportata da dati oggettivi e documentati comprovanti una inefficiente gestione del territorio e una apparente indifferenza alla salute della collettività”.
Per questo motivo WWF Lazio e la sezione ISDE della provincia di Latina si sono rivolti alla Regione e ai comuni di Pomezia, Aprilia, Cisterna, Fondi, Terracina, Minturno nella provincia di Latina, ai loro sindaci, alle figure istituzionali che hanno l’obbligo di salvaguardare il territorio e la salute dei propri cittadini.
Tra questi il Sindaco di Aprilia ha ricevuto anche una richiesta di incontro. “Le nostre associazioni sono al fianco di questa comunità che vive ormai da anni una situazione insostenibile e che solo il primo cittadino nella sua competente autorità può cambiare”.