Quello che si è appena concluso è stato un anno di grande importanza per l’Intelligenza Artificiale, uno strumento e una tecnologia che ha iniziato a farsi strada sempre di più nelle nostre vite quotidiane. Dalla sanità all’istruzione, dalla sicurezza al marketing, l’IA, grazie al suo machine learning, promette di rivoluzionare il modo di lavorare e di vivere.
Lo dimostra il caso del gioco a distanza, dove Big Casino usa l’IA per migliorare l’esperienza di gioco dell’utente, guardando sia alla sua sicurezza online (l’Intelligenza Artificiale è infatti in grado di “leggere” i comportamenti dell’utente e avvisarlo quando intravede possibili abitudini problematiche) sia nella comunicazione, nella visibilità e nel marketing.
Il grande interrogativo, però, è quello che lega l’IA e l’ambiente. Tra chi pensa che la tecnologia possa aiutare nel rispetto del pianeta c’è Larry Fink, Presidente e CEO di Blackrock, che in una lettera del gennaio 2020 parla proprio di come l’IA possa cambiare le carte in tavola, riducendo sensibilmente la “carbon footprint”. Stando a quanto si legge su Agenda Digitale, l’utilizzo del machine learning può contribuire a una riduzione delle emissioni pari al 10%, ovvero 5,3 miliardi di tonnellate di CO2, con un valore complessivo generato di quasi 2,6 trilioni di dollari. Nel pratico l’IA può essere usata, ad esempio, per mappare le fonti di emissioni di gas serra, raccogliendo dati ed elaborandoli.
Diverso, anzi diametralmente opposto, è il parere di Kate Crawford, ricercatrice senior di Microsoft nonché docente onoraria dell’Università di Sidney. Intervenuta nel corso del Wired Next Fest 2022 di Milano ha parlato del suo ultimo libro, “Atlas of Ai: Power, Politics and the Planetary Costs of Artificial Intelligence”, e soprattutto delle conseguenze ambientali e sociali dell’IA: “La cosa che più mi infastidisce è che le persone parlano di intelligenza artificiale come se fosse astrologia. Le intenzioni che hanno mosso il mio libro mi hanno portato a viaggiare nel mondo per vedere effettivamente come e dove l’Ai sia creata, e che impatti abbia sul nostro pianeta”. La ricercatrice parla poi dei suoi viaggi nelle miniere di litio, uno dei materiali che viene estratto per creare la tecnologia, per studiare le condizioni dei lavoratori, le infrastrutture e l’enorme consumo di energia e acqua. “L’intelligenza artificiale – ha dichiarato – simboleggia il settore di estrazione del XXI secolo”. Una svolta tutt’altro che ambientale, quindi, secondo la Crawford.