Lo stato di grave emergenza in Toscana causato dalla violenta tempesta Ciaran che ha portato al tragico bilancio di cinque vittime, ma anche l’allerta in altre Regioni italiane tra cui la Lombardia – dove si teme una nuova esondazione del fiume Seveso -, sono solo alcuni degli eventi climatici estremi accaduti in Italia. Colpa del cambiamento climatico sì, ma come spiega bene il WWF in una nota:
“È sempre più evidente che il nostro Paese si trovi in uno stato di calamità climatica permanente, sottovalutato per anni dalla politica. […] È inaccettabile vedere che i progressi nell’adattamento rallentano e che i finanziamenti diminuiscono, mentre gli impatti climatici si intensificano”.
“Ormai ogni alluvione – continua la nota – è un bollettino drammatico nel quale siamo costretti a contare vittime, dispersi e ingenti danni alle comunità e alla nostra economia. La fragilità del nostro territorio, unita al consumo di suolo e a una cementificazione che continua a correre, oltre che alla riduzione degli spazi naturali dei fiumi, rendono sempre più grave l’emergenza generata dagli impatti della crisi climatica”.
Soffermandosi sulle mancanze della politica nel mettere in campo soluzioni di mitigazione, poi, il WWF aggiunge: “È assurdo che, ad esempio, in un periodo in cui tutte le risorse andrebbero concentrate sulle politiche di adattamento al cambiamento climatico, il governo abbia destinato circa 15miliardi di euro per il Ponte sullo stretto di Messina. Altrettanto assurdo che, mentre la crisi climatica corre, i decisori politici, invece di concentrarsi sullo sviluppo delle energie rinnovabili, siano pronti a varare il cosiddetto Piano Mattei, al di là della fumosità destinato ad aumentare la nostra dipendenza dai combustibili fossili e a rallentare la riduzione delle emissioni climalteranti. Il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, la cui procedura di Valutazione Ambientale Strategica è terminata lo scorso agosto, è scomparso dai radar del dibattito pubblico e, quel che è peggio, da quello della Legge di Bilancio. Quanto alle cause della crisi climatica, cioè le emissioni di gas climalteranti provocate innanzi tutto dall’uso dei combustibili fossili, la bozza di revisione del Piano Integrato Energia Clima (PNIEC) non prevede alcun programma di uscita, tranne che per il carbone: quindi le politiche climatiche sono del tutto insufficienti a raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati”.
“Bisogna fare molto di più e con più decisione per affrontare la crisi climatica anche a livello continentale, evidenzia il WWF, riducendo le emissioni di carbonio, ridando spazio ai fiumi e ripristinando la natura che è stata cancellata. L’Europa a fatica si sta muovendo: con la Strategia Europea per la biodiversità ha impegnato gli Stati membri a riconnettere e riqualificare 25000 chilometri di fiumi entro il 2030 e in Italia, a parte il progetto di rinaturazione Po proposto da WWF e ANEPLA e inserito nel PNRR, non sta facendo granché. Inoltre, siamo in attesa della Restoration Law, già fortemente avversata da numerose lobby, che ci dovrà impegnare in un’azione diffusa di ripristino e attivazione di azioni nature based solutions”, ha concluso il WWF.