“Qualcosa di ambientalista” che hai fatto o sostenuto finora nella tua attività sociale o politica
Sono arrivato all’ambientalismo per una strada molto pragmatica e territoriale, da quando mi sono trasferito a vivere nel quartiere Aurora e più precisamente in Borgo Dora, dove sono stato coinvolto appena arrivato in ViviBalon, l’associazione dei venditori che muoveva primi passi allora, proprio nel 2001, e che gestisce da allora le arre di Libero Scambio in città. Sono entrato nel Direttivo allora e ho iniziato a conoscere il mondo del riuso, della seconda vita delle cose, degli operatori informali e del Balon.Da allora non ho mai abbandonato quel mondo anzi, ho cercato di portare le mie idee e le mie esperienze, promuovendo gli Stati Generali dell’Usato a Torino nel 2011, il primo appuntamento in Italia dedicato a tutti gli operatori del settore del riutilizzo, in cui fu fondata Rete ONU (Operatori Nazionali dell’Usato).Infine, come parte di questa storia che ancora continua, nel 2018 sono diventato Presidente Nazionale di Rete ONU, che rappresenta e difende migliaia di operatori che lavorano nel riuso, operatori informali, cooperative sociali, imprenditori, rappresentando le loro istanze con le Istituzioni e lottando per ottenere una legge quadro per un settore che deve essere fondamentale nell’economia circolare, nella riduzione dei rifiuti, nella strada per la sostenibilità.
“Qualcosa di ambientalista” che più ti preme nel programma comunale dei prossimi anni
Far diventare Torino la capitale italiana del riutilizzo, dare visibilità e diffondere le pratiche del riuso nei quartieri, tra la gente, promuovere scambi, mercatini, incontri, fiere, pratiche quotidiane della cittadinanza che favoriscano l’uso di oggetti usati, che promuovano il prolungamento della vita delle cose.Torino ha il mercato delle pulci più antico d’Italia, il Balon, la prima area di Libero Scambio, Via Carcano, moltissime associazioni, enti, soggetti no profit che operano nel settore riuniti nel Tavolo del Riuso, decine di imprenditori che promuovono negozi di vendita conto terzi, rigattieri, commercianti ambulanti dell’usato.La città deve favorire non solo le attività di vendita dell’usato, ma la raccolta degli oggetti usati di cui cittadine/i vogliono liberarsi: inoltre, in accordo con Amiat, dobbiamo valorizzare il tesoro rappresentato da tutte le merci raccolte tra i rifiuti e riutilizzabili con interventi “end of waste” di sanificazione e riparazione.
“Qualcosa di ambientalista” nella tua vita quotidiana privata
La vita quotidiana ambientalista è fatta di scelte piccole ma significative: l’utilizzo in casa dell’acqua pubblica anche per dissetarsi, l’illuminazione a risparmio energetico, la mobilità in bicicletta, mezzi pubblici, treno ogni volta che è possibile.Molte delle scelte ambientaliste sono per me favorite dall’abitare a Porta Palazzo: la spesa al mercato permette di comprare preferibilmente dai piccoli produttori o dai commercianti di alimentari il più possibile di prossimità, abiti, oggetti, regali sono quasi tutti provenienti dall’usato.Soprattutto credo che una vita quotidiana ambientalista sia una vita di prossimità, di comunità, di condivisione nei luoghi dove si vive e dove si lavora.