Nella zona industriale di Bari verrà realizzato un altro parcheggio privato per i passeggeri dell’aeroporto, di proprietà di Airport Parking. Si parla di un progetto da 15.000 metri quadri, destinato sia a chi lascerà la propria auto e verrà evidentemente accompagnato in aeroporto con una navetta, che alla sosta di auto e mezzi a noleggio. Tutto ciò in aggiunta ad un altro parcheggio che Aeroporti di Puglia Spa sta realizzando sul proprio sedime aeroportuale.
L’aumento vertiginoso del traffico passeggeri comporta un aumento vertiginoso del traffico autoveicolare, visto che non ci sono alternative all’auto privata per chi si reca in aeroporto da tutte le altre località pugliesi diverse da Bari.
A questa soluzione che contribuisce ad aumentare il traffico stradale probabilmente non si sarebbe arrivati, se Aeroporti di Puglia SpA si fosse dotata del mobility manager aziendale e del piano degli spostamenti casa-aeroporto, non solo per i propri dipendenti ma anche a beneficio dei viaggiatori, come già prevedevano i decreti di settore del 1998 e del 2000. Avrebbe dovuto richiedere l’attuazione di misure diverse dal trasporto autoveicolare privato, anche con il coinvolgimento della Regione Puglia che detiene il capitale della società.
Anche la stessa zona industriale di Bari dove sorgerà adesso il nuovo parcheggio per l’aeroporto si sarebbe dovuta dotare, fin dal 1998, di un mobility manager e di un piano degli spostamenti casa-lavoro. Ma non è successo.
In definitiva anche il Comune di Bari risulta inadempiente nello svolgimento, attraverso il ruolo di mobility manager di area, di tutta l’attività di sensibilizzazione, indirizzo, accompagnamento, coordinamento, elaborazione e poi attuazione dei piani spostamento.
Certo è che qualcosa dovrà cambiare, anche per effetto dell’entrata in vigore delle norme derivanti dal nuovo regolamento UE 2024/1679 sulle reti TENT. La norma rilancia il ruolo dei piani urbani di mobilità sostenibile (PUMS) e individua 431 “nodi urbani”, tra cui Bari, che dal 2027 dovranno monitorare le misure attuate per ridurre il traffico autoveicolare stradale a favore di altre modalità di trasporto meno impattanti su ambiente, consumo di suolo e clima, di cui il mobility management dovrebbe essere un asse portante.