L’abbigliamento da lavoro può essere sostenibile? Si possono adottare, cioè, divise e accessori da lavoro che siano allo stesso tempo confortevoli, sicuri e rispettosi dell’ambiente? Il dubbio è legittimo oggi che c’è molta attenzione verso il tema della sostenibilità e che si fa più attenzione all’impatto delle proprie scelte sull’ambiente. Cerchiamo insieme qualche risposta.
Come ricerca e innovazione rendono l’abbigliamento da lavoro più green
L’idea tradizionale che si ha di cos’è e a che serve l’abbigliamento da lavoro può sembrare incompatibile con quella di sostenibilità: può risultare difficile pensare, cioè, che indumenti pensati appositamente per tutelare l’individuo dal rischio di contaminazione chimico-biologica o accessori che devono essere resistenti abbastanza per sopravvivere a un uso continuativo possano essere realizzati con materiali green e a impatto ambientale ridotto. Investimenti e ricerca, però, hanno fatto sì che oggi si trovino anche dispositivi di protezione individuale e capi tecnici realizzati con materiali di recupero o di origine prevalentemente naturale che hanno, quindi, migliori profili di sostenibilità. Standard e certificazioni sono applicati anche all’abbigliamento tecnico per identificare capi e accessori realizzati in cotone organico, che siano sicuri per la salute, realizzati da aziende che hanno piani per la tracciabilità e la riduzione o la compensazione delle emissioni di CO2, eccetera.
Buone pratiche per ridurre l’impatto ambientale di divise e accessori da lavoro
Oltre a scegliere divise e accessori che siano sostenibili ab origine, però, ci sono buone pratiche che possono ridurre nel quotidiano gli sprechi e l’impatto ambientale della propria attività. Gli addetti ai lavori consigliano, e non solo in riferimento alle divise aziendali, la regola delle 4R ossia del riduci, recupera, riusa, ricicla. Nella pratica può significare far stampare più unità di t-shirt, felpe e altro abbigliamento da lavoro con logo e consegnarle ai dipendenti chiedendo di lavare i capi dopo ogni turno di lavoro e riutilizzarli più volte fino a quando risultano funzionali ed esteticamente gradevoli. In maniera simile si possono incentivare altri utilizzi, in ambito domestico e per le attività più semplici per esempio, di accessori come guanti o scarpe che non possono essere più utilizzati sul lavoro perché hanno perso parte delle proprie caratteristiche e non assicurano più la dovuta protezione contro gli infortuni. Quando accessori e abbigliamento da lavoro non sono più utilizzabili a nessuno scopo vanno smaltiti correttamente, seguendo le indicazioni del produttore, o in alternativa possono essere consegnati ad aziende e start-up, e sono numerose oggi, che si occupano di recuperare le materie prime e dare loro nuovo vita.
Perché adottare in azienda divise e abbigliamento da lavoro più green
Tornando alla domanda iniziale, insomma, sì, l’abbigliamento da lavoro può essere sostenibile ed è vantaggioso, anzi, sotto molti punti di vista per le aziende assicurarsi che lo sia. Che i propri dipendenti siano vestiti da divise con un ridotto impatto ambientale è un segnale chiaro dell’impegno green dell’azienda: consumatori e stakeholder, come si è detto, sono sempre più sensibili e attenti a questo aspetto e si aspettano che altrettanto lo siano le aziende da cui acquistano. Preferendo indumenti da lavoro realizzati con materie prime certificate o da filiera controllata, d’altro canto, si può ispirare il cambiamento e convincere anche i consumatori meno attenti a fare più attenzione quando acquistano capi e accessori moda.