Il Coronavirus sta scoprendo molti aspetti di una società che si credeva digitale, iperconnessa e proiettata nel futuro ma che nei fatti aveva lasciato molti e troppi indietro. La chiusura delle scuole e con la didattica a distanza è emersa in maniera dirompente la questione del digital divide tra gli studenti italiani. Due sono gli aspetti principali: la connessione internet e il dispositivo per accedervi. Ovviamente aspetti legati inesorabilmente alla ricchezza delle famiglie.
Se sul fronte della connessione la soluzione non è immediata (anche se in molti, in una sorta di solidarietà digitale, hanno liberato le loro reti private wi-fi da password o le hanno condivise con i vicini), sul fronte dei dispositivi ci vengono in aiuto l’economia circolare e il riuso. Lo sanno bene i promotori del progetto “TuttiConnessi” che da un’esigenza emergenziale concreta del territorio provano a guardare al futuro. La sfida è quella di dotare gli studenti che ne abbiamo necessità di un dispositivo (pc, tablet, smartphon) attraverso la rigenerazione di apparati informatici inutilizzati donati da privati cittadini e aziende.
Questo progetto indipendente è nato a Torino dalla collaborazione tra le associazioni torinesi SYX, Tékhné, Informatici Senza Frontiere e MuPIN – Museo Piemontese dell’informatica: un team multidisciplinare, necessario per gestire una situazione complessa che implica, in una prima fase, l’offerta dell’accesso ad hardware indispensabili per la formazione online, e che richiederà, successivamente, lo sviluppo di nuove competenze e di modalità didattiche.
Collegandosi al sito tutticonnessi.it è possibile accedere alle diverse aree dedicate a chiunque fosse intenzionato a donare un dispositivo: tutti possono sostenere il progetto attraverso la donazione di computer portatili, tablet o smartphone, di qualsiasi marca e tipologia, purché funzionanti e sufficientemente recenti. Il modello proposto è inoltre scalabile e replicabile anche in altre città che si sono già interessate all’iniziativa, e che trovano sul sito le indicazioni relative ai processi e all’operatività.
Per ora il progetto è attivo solo su Torino ma gli ideatori garantiscono la sua replicabilità in tutta la penisola e già su Roma e Milano sono partite le prime collaborazioni.
Come funziona TuttiConnessi
Il primo passo del progetto è richiedere un dispositivo. L’alunno deve contattare un docente e chiedere di inoltrare la richiesta spiegando la necessità e fornendo tutte le informazioni necessarie. TuttiConnessi accetta richieste attraverso i docenti (di qualsiasi scuola). Se è impossibile contattare un docente, è possibile contattare il progetto su tutticonnessi@syx.it – Telegram / WhatsApp: +39 351 8930600.
Una volta raccolta la richiesta da parte del docente, TuttiConnessi si occuperà di trovare il dispositivo più indicato tra quelli messi a disposizione dei donatori. Una volta individuato un volontario andrà a recuperare l’apparecchiatura, rigenererà il dispositivo tenendo conto delle esigenze dello studente e, dopo averlo sanificato, lo consegnerà alla famiglia direttamente o attraverso l’istituto scolastico.