Le previsioni meteorologiche e climatiche sono sempre più al centro di interesse da molteplici settori della società. Da una parte, è la cronaca stessa dei nostri giorni che, portando alla pubblica attenzione le conseguenze di fenomeni siccitosi e di temperature più elevate di quanto non siamo mai stati abituati a rilevare, ci dice come la capacità di conoscere in anticipo questi fenomeni possa portare beneficio alla realizzazione di sistemi di allerta e a strategie di adattamento dei nostri sistemi socioeconomici a condizioni meteoclimatiche che sono già cambiate, e continueranno a cambiare in futuro, con impatti rilevanti sulle vita delle persone, delle aziende e delle istituzioni.
Dall’altra parte, intorno a questi temi cresce un’attenzione che parte dalla comunità internazionale e, nel nostro paese, vede un polo di attrazione nella città di Bologna, protagonista di una serie di iniziative di primissimo livello nell’ambito della ricerca scientifica e di come questa fornisca conoscenza a supporto di processi decisionali, settori economici, società.
Su queste premesse nasce la seconda edizione della Conferenza Nazionale sulle Previsioni Meteorologiche Climatiche (Bologna, 21-22 giugno 2022) organizzata in maniera congiunta dalla Società Italiana per le Scienze del Clima (SISC) e dall’Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia (AISAM) con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Comune di Bologna ed il supporto di Codifesa Bologna e Ferrara.
La conferenza, che segue la prima edizione realizzata nel 2019, mira a mettere in evidenza come la ricerca scientifica sui temi delle previsioni si leghi strettamente e molto concretamente a settori reali della società: gestione del rischio e sistemi di allerta per la gestione e la riduzione del rischio, i piani di adattamento ai cambiamenti climatici e la pianificazione di strategie e soluzioni, la comunicazione dei dati e la valorizzazione delle previsioni sono i quattro temi che chiamano a un dialogo intenso e produttivo rappresentanti del mondo della ricerca insieme a decisori pubblici, esponenti del mondo delle aziende e della società civile oltre che dei media e della comunicazione. Produttori e utilizzatori delle previsioni, quindi, si incontrano per individuare barriere e lacune nella realizzazione e nell’utilizzo di previsioni per ridurre gli impatti della variabilità meteorologica e dei cambiamenti climatici, in molteplici settori socioeconomici.
La Seconda Conferenza Nazionale sulle Previsioni Meteo Climatiche, unico evento nazionale di questo genere nel settore delle previsioni, consiste di due giorni di incontri in cui scienziati ed esperti faranno il punto sullo stato delle conoscenze attuali, e sulle prospettive future della ricerca sulle previsioni meteorologiche e climatiche e, soprattutto, delle loro applicazioni pratiche. Durante la prima giornata, si svolgono due sessioni che focalizzate sull’uso delle previsioni sia a breve termine, per la definizione e l’attuazione di sistemi di allerta, sia a più lungo termine, per la pianificazione di strategie di adattamento. Nella seconda giornata, si affrontano i problemi della comunicazione delle previsioni – sia quella indirizzata al grande pubblico, che quella rivolta agli esperti in specifici settori – e le metodologie per quantificare il valore economico e sociale che i diversi soggetti coinvolti nel loro utilizzo possono assegnare ai dati e alle informazioni prodotte e ricevute.
Oltre agli interventi di prestigiosi relatori, la conferenza propone dibattiti e tavole rotonde che favoriscono una vasta e attiva partecipazione dei convenuti.
La comunità italiana si confronterà con più di cento partecipanti, oltre settanta ricerche presentate, divise in quattro sessioni con due keynote speakers di rilievo quali Carlo Cacciamani (Direttore dell’Agenzia ItaliaMeteo) che parlerà de “Lo stato dell’arte delle risorse meteo presenti in Italia e il ruolo della nuova Agenzia ItaliaMeteo nella gestione del rischio” e Ruben Sacerdoti (Regione Emilia‐Romagna) con un intervento dal titolo “Le politiche per la ricerca sul cambiamento climatico della Regione Emilia-Romagna”.
Considerando la grande rilevanza e risonanza che il tema dei cambiamenti climatici sta avendo nella vita quotidiana, la conferenza vuole offrire, sia a un pubblico di specialisti che a una più vasta platea di partecipanti, ulteriori elementi che aiutino a meglio valutare, in modo scientificamente robusto, i cambiamenti che stanno avvenendo nell’ambiente che ci circonda.
Temi della conferenza sono:
- Previsioni e sistemi di allerta per la gestione e la mitigazione del rischio
- Previsioni per la pianificazione e l’adattamento
- Comunicare le previsioni e la loro incertezza
- Il valore delle previsioni: diversi punti di vista e metodi di valutazione
“Dopo la prima conferenza sulle previsioni che abbiamo organizzato nel 2019 era importante dare un segnale di continuità della nostra iniziativa, per rispondere allo straordinario interesse che le tematiche delle previsioni meteorologiche e climatiche stanno incontrando nel nostro Paese” ha sottolineato Silvio Gualdi, del Comitato Direttivo della Società Italiana per le Scienze del Clima. “Siamo di fronte ad una richiesta di partecipazione che dimostra quanto importante questo tipo di appuntamenti siano per tutta la comunità coinvolta nella produzione e nell’utilizzo delle previsioni. Appuntamenti nei quali le competenze espresse dall’ambito accademico, dai centri di ricerca, dalle agenzie e dai servizi operativi si incontrano per confrontare le proprie esperienze, condividere strumenti e conoscenze, discutere delle prospettive future a beneficio della comunità scientifica, degli operatori del settore e, soprattutto, dell’intera società”.
“AISAM ha accolto con entusiasmo questa opportunità che offre alla collettività una nuova possibilità di conoscere tutto quello che si sta facendo per migliorare la nostra capacità di prevedere il tempo e il clima”, ha spiegato Dino Zardi, professore all’Università di Trento e Presidente dell’Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e della Meteorologia, “non solo grazie al progresso tecnologico, ma anche migliorando il coordinamento e la sinergia fra le diverse componenti della meteorologia – servizi, ricerca, università, scuole, imprese, professionisti, associazioni – ossia facendo sistema”.