Aumentare il recupero e il riciclo dei rifiuti, riducendo allo stesso tempo la loro dispersione nell’ambiente, è essenziale per la transizione ecologica. Specie se si tratta di rifiuti pericolosi come l’olio minerale usato – ovvero ciò che rimane alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti – che solo se raccolto e gestito correttamente può trasformarsi in un’importante risorsa, con ricadute positive sulla salute del Pianeta, dell’ecosistema e dei cittadini e sulla riduzione delle importazioni e della bolletta energetica nazionale.
L’economia circolare degli oli usati è il focus della settima tappa della nuova campagna “I cantieri della transizione ecologica. Verso il XII congresso nazionale” di Legambiente che approda in Puglia, a Modugno (BA) presso l’impianto della Nicola Veronico S.r.l., una delle 60 aziende raccoglitrici che, insieme a 2 aziende di rigenerazione, fa parte della capillare filiera del CONOU – Consorzio Nazionale Oli Minerali Usati, il primo ente nazionale dedicato alla raccolta e al riciclo di questo rifiuto speciale. Non si tratta solo di un’eccellenza italiana di economia circolare, ma europea: se in Europa mediamente si rigenera solo il 61% dell’olio usato raccolto (il resto viene avviato a combustione), in Italia, grazie al Sistema CONOU, questo tasso arriva a oltre il 98%, permettendo così di trasformare un rifiuto pericoloso in una preziosa risorsa. Con la rigenerazione, infatti, gli oli minerali usati divengono nuova materia “prima” per la produzione di nuovi oli lubrificanti dando vita così ad un circolo virtuoso che è la rappresentazione di un modello compiuto di economia circolare.
Nel 2022 il CONOU ha raccolto 181 mila tonnellate di olio lubrificante usato. Grazie alla rigenerazione della quasi totalità del raccolto, sono state prodotte ben 118 mila tonnellate di nuove basi lubrificanti e oltre 38 mila tonnellate di bitumi e gasoli. E delle 181 mila tonnellate totali raccolte lo scorso anno sono 8.802 quelle recuperate in Puglia, la terza regione del Sud Italia per raccolta, dietro a Sicilia e Campania (circa 10.500 tonnellate). Numerosi gli effetti positivi in termini ambientali, economici, sociali e sanitari a cui ha condotto l’attività di raccolta e la rigenerazione del CONOU: ha evitato in un anno l’immissione in atmosfera di 64 mila tonnellate di CO2, un minore sfruttamento del suolo del 77%, un minore impatto in termini di unità tossiche cancerogene dell’84% e un beneficio in termini di minore incidenza di malattie. Senza considerare un risparmio di circa 130 milioni di euro sulla bolletta petrolifera per importazioni di greggio evitate e lavoro per 1.216 persone (tra occupazione diretta e indotto).
La raccolta nella regione Puglia vede nella Nicola Veronico S.r.l. di Modugno (BA) una delle eccellenze della filiera CONOU. L’azienda opera sul territorio delle province di Bari, Brindisi, Lecce, Taranto, Matera e Potenza e ha una capacità di stoccaggio e trattamento di 120.000 t/anno. Nel 2022 ha gestito e raccolto 5.916 tonnellate di olio minerale usato, a cui se ne sono aggiunte altre 1.586 dal trattamento delle emulsioni, per un totale di 7.502 tonnellate. L’azienda ha ospitato la conferenza stampa alla presenza di: Stefano Ciafani, Presidente nazionale Legambiente; Riccardo Piunti, Presidente CONOU; Nicola Bonasia, Sindaco di Modugno; Nicola Veronico, titolare dell’azienda raccoglitrice. A moderare Francesco Loiacono, direttore La Nuova Ecologia. A seguire la visita all’impianto.
“In Italia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – l’economia circolare sta trovando un terreno sempre più fertile. Il CONOU rappresenta un esempio emblematico: è merito suo se l’Italia è al primo posto in Europa nella gestione sostenibile degli oli minerali usati, garantendo che questo rifiuto pericoloso non venga disperso nell’ambiente e che si completi la circolarità della filiera. È in questa direzione che bisogna procedere sull’economia circolare in Italia, superando norme farraginose, autorizzazioni lente, controlli pubblici a macchia di leopardo, progetti calati dall’alto. Per completare l’opera e archiviare la stagione dello smaltimento finale, servono mille nuovi impianti di economia circolare e progetti innovativi che vadano nella giusta direzione, come quelli che stiamo appunto raccontando e visitando con la nostra campagna nazionale sui cantieri della transizione ecologica. È ora di rivendicare la nostra leadership sull’economia circolare in Europa, per rafforzare ulteriormente il Green Deal, per procedere con la decarbonizzazione del vecchio Continente entro il 2050”.
“Siamo orgogliosi di poter mostrare la nostra Best Practice in Puglia, perché lo storico impianto di Nicola Veronico di Modugno, che da quasi quarant’anni collabora con il CONOU, rappresenta uno degli esempi di qualità e sicurezza che permette alla regione di avere performance di eccellenza.” – dichiara Riccardo Piunti, presidente del CONOU. “Contribuire alla raccolta di un rifiuto tanto pericoloso come l’olio lubrificante usato significa innanzitutto preservare l’ambiente ed evitare l’emissione di tonnellate di CO2. Se il CONOU si conferma eccellenza italiana ed esempio virtuoso di economia circolare è grazie alla collaborazione lungo tutta la filiera e un controllo attento di ogni anello della catena, di cui parte essenziale è la copertura capillare di imprese private come quella di Veronico, che garantiscono standard qualitativi di sicurezza, tecnologie di ultima generazione e know-how specializzato. Perché non esiste sostenibilità senza la cooperazione di tutte le parti in gioco”.
“La nostra parte per l’ambiente” è il motto che abbiamo coniato e applichiamo da 40 anni. La nostra storia affonda le radici già negli anni’20 e grazie alla lungimiranza e all’impegno di tutta la nostra famiglia oggi, con i nostri due impianti di Modugno e Ascoli Satriano, siamo orgogliosi di essere un punto di riferimento in Puglia e in Italia nella raccolta, trasporto, stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, che oltre all’olio lubrificante usato comprendono anche una varietà di altre tipologie di rifiuto” – commenta Nicola Veronico, titolare dell’omonima azienda. “La nostra parte per la transizione ecologica” è il nostro imperativo oggi. Nella nostra attività ci avvaliamo di oltre 40 mezzi di raccolta e abbiamo recentemente fatto importanti investimenti per il potenziamento delle aree e dei volumi di stoccaggio e delle linee di trattamento. L’olio lubrificante usato che raccogliamo viene stoccato nei nostri impianti, analizzato, trattato e poi portato negli impianti di rigenerazione, dove rinasce a nuova vita.”
Gli oli lubrificanti usati. Intesi come ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti vengono definititi come “rifiuto pericoloso”: se eliminati in modo scorretto o impiegati in modo improprio, possono trasformarsi in un potente agente inquinante. Si pensi che, se versati in acqua, 4 chili di olio usato (il corrispettivo di un cambio di autovettura) possono inquinare una superficie grande come un campo di calcio. Ma, come dimostra CONOU, possono diventare anche un’importante risorsa economica per il nostro Paese: rigenerati nelle raffinerie possono tornare a una nuova vita con caratteristiche equivalenti a quelle del lubrificante da cui deriva.
I cantieri della transizione ecologica. La campagna è stata pensata come un viaggio itinerante che si snoderà lungo la Penisola per raccontare, tappa dopo tappa, cantieri, progetti ed esperienze che vanno nella giusta direzione della transizione ecologica ed energetica e che potranno portare importanti benefici in termini ambientali, occupazionali ed economici. Progetti che meritano di essere replicati e che saranno raccontanti anche sul sito – cantieridellatransizione.legambiente.it – con schede, approfondimenti, foto e video. Dopo la pausa estiva ritornerà da settembre a raccontare l’Italia che va nella giusta direzione.