Dopo alcune delle maggiori organizzazioni ambientaliste e diversi addetti ai lavori, è la stessa Plastics Europe a chiedere di inserire l’incenerimento della plastica nello schema ETS, il sistema di scambio di quote di emissione di gas serra dell’Unione Europea, uno dei principali strumenti della politica energetica Ue nel combattere il riscaldamento climatico. In un position paper redatto ad ottobre, l’associazione europea dei produttori di materie plastiche dice che inserire l’incenerimento della plastica nello schema può accelerare l’evoluzione del settore verso riuso e riciclo.
Attualmente tutto l’incenerimento dei rifiuti urbani è escluso dal sistema europeo di scambio di quote di emissione. Come spiega Zero Waste Europe, se lo si includesse le aziende dei rifiuti dovrebbero acquistare crediti di emissione per ogni tonnellata di CO2 che emettono durante il trattamento; un costo aggiuntivo che potrebbe fungere da incentivo per la prevenzione e il riciclo, che diventerebbero quindi più competitivi (meno costosi) dell’incenerimento.
Ecco il comunicato di Plastics Europe:
Per contribuire all’obiettivo della neutralità climatica dell’UE, i produttori di plastica mirano a massimizzare la
circolarità della plastica, che è un mezzo chiave per ridurre l’impatto dei gas serra della catena di valore della stessa.
In particolare, l’aumento del riciclo dei rifiuti di plastica consente di risparmiare le emissioni di GHG dell’incenerimento evitato, che rappresenta ancora il 40% del trattamento dei rifiuti in plastica.
In tale prospettiva, riteniamo che un segnale europeo del prezzo della CO2 sulle emissioni dell’incenerimento dei rifiuti, come ne esiste già uno sulla produzione di materie plastiche, è uno strumento significativo per potenziare la circolarità:
• Sia il riciclo meccanico che chimico trarrebbero vantaggio da questo segnale di prezzo in quanto gli incentivi sono creati per aumentare e migliorare la raccolta, lo smistamento e il riciclo dei rifiuti. Esso garantisce che gli operatori del mercato dispongano di un quadro affidabile per i loro investimenti.
• Genererà entrate per misure di sostegno e investimenti pubblici nel settore del riciclo.
Quando si progetta un tale meccanismo di segnale di prezzo, si dovrebbe tuttavia prestare attenzione che non incoraggi lo smaltimento in discarica di rifiuti ad alto potere calorifico e che siano disponibili opzioni di trattamento più sostenibili.
Pertanto, PlasticsEurope chiede l’eliminazione dell’esenzione dall’ambito di applicazione dell’incenerimento dei rifiuti
impianti nell’allegato I della direttiva ETS, a partire dal 2026, e questo in combinazione con quanto segue:
- Le seguenti emissioni devono rimanere fuori dal campo di applicazione dell’EU-ETS:
• emissioni da incenerimento di rifiuti pericolosi
• emissioni da incenerimento fanghi di depurazione
• emissioni da trattamento termico di aria esausta, gas di scarico da rifiuti pericolosi, impianti di incenerimento e gas residui che sono inevitabilmente prodotti durante l’uso del materiale di gas naturale nel contesto dello steam reforming - CO2 catturata dall’incenerimento dei rifiuti inclusa nell’ETS, che viene poi utilizzata materialmente (non energeticamente) nei prodotti (ad es. CCU), non avrà l’obbligo di restituire le quote, in quanto proposto dalla Commissione UE in un nuovo art. 12 3(b).