La Rete Nazionale Operatori dell’Usato è stata audita dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, in merito all’approfondimento sui “Flussi paralleli di rifiuti”. All’audizione hanno preso parte il Presidente di Rete ONU Alessandro Stillo e il Vice Presidente e Rappresentante del Comparto Enti di solidarietà Mauro Fedele.
Alle domande del Presidente della “Commissione Ecomafie” On. Stefano Vignaroli, Stillo ha rappresentato il lavoro che Rete ONU ha prodotto per l’emersione della parte sommersa del settore dell’usato collaborando alla stesura di alcune proposte di legge di riordino complessivo, tra le quali la PDL 1065, dal 2019 ancora all’attenzione delle Commissioni congiunte Ambiente ed Attività produttive della Camera.
“Tra gli emendamenti proposti alla PDL – ha sottolineato Stillo – è presente un articolo che prova a risponde a livello normativo al tema dei flussi paralleli e all’abbandono dei rifiuti proponendo che i rifiuti prodotti dalla filiera degli operatori dell’usato, derivanti dalla selezione dei beni usati, anche ingombranti, e provenienti da locali e luoghi adibiti a uso di civile abitazione sono rifiuti urbani (come oggi riportato nel D.Lgs. 116/2020), e contribuiscono alla prevenzione di cui all’articolo 179, DLgs 152/2006”.
“Con questa proposta – ha precisato Stillo – si suggerisce che le Autorità d’Ambito e i Comuni prevedano, nei Piani di gestione dei servizi di igiene urbana, modalità di raccolta finalizzate al massimo recupero dei rifiuti prodotti nelle attività svolte dagli operatori dell’usato, compreso lo sgombero locali, anche, per esempio, attraverso l’adeguamento dei Centri di Raccolta per permetterne l’autorizzazione al conferimento di detti rifiuti”, ha concluso il Presidente di Rete ONU.
Mauro Fedele, Vice Presidente e Rappresentante del Comparto Enti di solidarietà di Rete ONU ha presentato l’esperienza del Consorzio Equo che da circa 10 anni, intercettando la domanda di legalità da parte di chi svolgeva informalmente il recupero di ferrosi e altri materiali, ha avviato un percorso che oggi coinvolge circa 1.000 famiglie dedite al recupero di rifiuti dispersi attraverso mezzi regolarmente autorizzati al trasporto degli stessi, produzione di Formulari rifiuti e conferimento ad impianti autorizzati al loro trattamento.
“La nostra esperienza concreta – ha sottolineato Fedele – ci consente di dire che laddove si riescano ad intercettare questi semi di legalità e a farli maturare diminuiscono gli abbandoni, i roghi e la dispersione di rifiuti. Per far questo – ha sottolineato il Vice Presidente di Rete ONU – la collaborazione con gli Enti locali, i Gestori della raccolta, i sistemi collettivi nazionali e le autorità preposte al controllo è indispensabile così come la costruzione di un impianto normativo e schemi operativi che rendano sempre meno appetibile il ricorso a comportamenti scorretti”.