Il monopattino in condivisione ha cambiato il volto della sharing mobility in Italia: ormai un veicolo condiviso su 3 è un monopattino. Lo rivelano i dati sul 2020 dell’Osservatorio Nazionale sulla sharing mobility, presentati stamani. L’Osservatorio è promosso dal Ministero della Transizione Ecologica, dal Ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ed è composto dagli operatori di sharing, dalle amministrazioni cittadine e dai centri di ricerca.
Arrivati in Italia sul finire del 2019, i servizi di monopattino in sharing realizzano numeri senza precedenti nell’anno della pandemia, diventando in 12 mesi il servizio più diffuso in Italia, quello più presente nelle città del Sud, quello con più veicoli operativi sulle strade, nonché quello che realizza il maggior numero di noleggi nel 2020. Nel 2020 sono stati compiuti 7,4 milioni di noleggi in monopattino e percorsi 14,4 milioni di chilometri. Rispetto al 2019, nel 2020 aumenta la durata (12,1 minuti) e la distanza dei noleggi (1,8 km) effettuati con questo nuovo tipo di veicolo.
Questa novità, secondo l’Osservatorio, ha portato anche alla ribalta la scarsità delle infrastrutture disponibili, l’assenza di parcheggi dedicati per i mezzi più leggeri e la necessità di governare il sistema della mobilità urbana, garantendo spazio e sicurezza a tutte le modalità e i mezzi di trasporto.
Secondo il rapporto, la sharing mobility durante la pandemia del 2020 ha sperimentato un calo annuale complessivo delle percorrenze del 30,6%, inferiore rispetto ad altri servizi di mobilità, come per esempio il servizio ferroviario regionale o ad alta velocità o il servizio di trasporto aereo, calati rispettivamente del 38%, 66% e 69%. Questo minore calo si spiega con l’avvento nelle città italiane del nuovo servizio di monopattini in sharing, i quali hanno dimostrato una grande espansione d’offerta in termini di veicoli, operatori e città servite e un forte gradimento da parte degli utenti.
Dalle rilevazioni dell’Osservatorio emerge poi che l’uso di tutti i servizi di sharing è cresciuto sensibilmente anche nel 2021, ritrovando nelle prime due settimane di giugno i valori medi pre-pandemia.