Auto aziendali, T&E: Germania favorisce acquisto di SUV invece che veicoli elettrici

Secondo un’analisi condotta da Transport & Environment (T&E) la Germania applica una delle politiche fiscali meno favorevoli all’acquisto di auto aziendali elettriche in Europa, incentivando indirettamente l’adozione di SUV a combustione ad alte emissioni. L’indagine mette in luce le grandi differenze tra i sistemi fiscali europei e segnala la necessità di una riforma strutturale per promuovere la transizione ecologica nel settore delle flotte aziendali

Referendum Parigi SUV SUV usato Auto aziendali Germania SUV

Un nuovo studio realizzato da Transport & Environment (T&E) evidenzia come la Germania offra uno dei più bassi vantaggi fiscali in Europa per l’acquisto di auto aziendali elettriche. Secondo i dati raccolti da T&E, il divario fiscale tra un’auto a combustione e una elettrica si ferma a circa 9.000 euro in quattro anni, contro i 24.000 euro della Francia.

L’analisi sottolinea che tale differenza aumenta al crescere delle dimensioni del veicolo, fino al punto che, rispetto alla Germania, nessun altro Paese dell’Ue garantisce tanti benefici fiscali per SUV aziendali inquinanti. Questi scarsi incentivi fiscali rallentano significativamente la domanda di veicoli elettrici.

Il ruolo chiave delle auto aziendali nella transizione ecologica

Il rapporto di Transport & Environment ricorda che le auto aziendali rappresentano il 60% delle nuove immatricolazioni nell’Unione europea. Solo i cinque principali mercati – Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia – costituiscono il 71% delle vendite aziendali e quasi la metà delle nuove immatricolazioni totali.

Secondo T&E, solo la Francia adotta misure fiscali realmente efficaci per spingere verso l’elettrificazione delle flotte aziendali. In Spagna, il vantaggio fiscale per le auto elettriche aziendali è di appena 3.200 euro, mentre in Italia si attesta a 14.700 euro, comunque inferiore rispetto al Portogallo, che guida il Sud Europa con 30.300 euro.

Sistemi virtuosi: i modelli del Nord Europa

Nel confronto europeo condotto da Transport & Environment, i Paesi nordici emergono come esempi positivi. In Finlandia e Svezia, dove il principio “chi inquina paga” è ben radicato, l’elettrificazione è più avanzata, anche se il vantaggio fiscale si è rispettivamente ridotto a 13.300 euro e 11.900 euro.

Le politiche fiscali tedesche spingono verso SUV aziendali inquinanti

Secondo lo studio di Transport & Environment, la struttura fiscale tedesca incentiva l’acquisto di SUV a combustione, soprattutto nei segmenti più pesanti. Nel 2024, i SUV di grandi dimensioni (segmenti D-G) rappresentavano il 10,3% delle nuove immatricolazioni aziendali, quasi il doppio rispetto al mercato privato.

I SUV ancora più pesanti (segmenti E-G) sono quattro volte più diffusi nel comparto aziendale rispetto al settore privato. Secondo T&E, il 40% di questi SUV aziendali a combustione venduti in Europa viene immatricolato in Germania, dove le aziende beneficiano di deduzioni fiscali e ammortamenti che superano le imposte effettive. In Francia, dove esistono penalizzazioni fiscali per questi veicoli, la loro quota scende allo 0,3%.

T&E: urgenti riforme fiscali per orientare il mercato verso la sostenibilità

Lo studio di Transport & Environment evidenzia che Francia, Portogallo e Slovenia sono tra i pochi Paesi ad aver introdotto un sistema fiscale verde, basato su emissioni e peso del veicolo. La Slovenia raggiunge un divario fiscale tra motorizzazioni di 27.000 euro, otto volte quello della Polonia (3.100 euro).

La Germania, al contrario, non applica alcuna tassa di acquisizione per le auto a benzina e mantiene deduzioni IVA e generose detrazioni per i veicoli a combustione, andando in direzione opposta rispetto agli obiettivi europei di decarbonizzazione.

Tassare chi inquina per favorire la mobilità elettrica

Stef Cornelis, direttore del programma Electric Fleets di T&E, ha dichiarato, “Molti governi, in particolare quelli più grandi come la Germania, adottano politiche fiscali che danneggiano il clima e l’industria automobilistica del futuro. È necessario tassare i veicoli in base a quanto inquinano e allo spazio che occupano”.

T&E richiama anche i produttori a sostenere riforme fiscali più verdi, criticando la posizione di organizzazioni come l’associazione automobilistica tedesca VDA, che continuano a opporsi ai cambiamenti. “Non si può chiedere all’Unione Europea di allentare gli obiettivi sulle emissioni mentre si ostacolano le riforme fiscali necessarie per la transizione”, conclude Cornelis.

Articolo precedenteCirconomia 2025 ad Alba, dieci anni di economia circolare e transizione ecologica
Articolo successivoIl decreto bollette è legge, via libera dal Senato