Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Roma Capitale e ha annullato l’ordinanza regionale del 1° aprile che imponeva al comune, tra le altre cose, di indicare entro 30 giorni il sito per una discarica, così da non essere commissariato nella gestione rifiuti. Con sentenza datata 25 maggio e depositata il 27, il tribunale ha constatato nell’azione dell’ente guidato da Nicola Zingaretti l’ “uso illegittimo dello strumento dell’ordinanza contingibile e urgente” perchè sulla gestione del ciclo dei rifiuti interviene “l’attività sinergica di più enti”.
L’ordinanza della Regione Lazio era arrivata al culmine di una nuova situazione di emergenza per i rifiuti di Roma. Il documento non si limitava al sito per una discarica – precedentemente individuato dall’amministrazione Raggi a Monte Carnevale e poi abbandonato in seguito agli arresti dei dirigenti regionali – ma ordinava al comune la redazione di un piano impiantistico ai fini dell’autosufficienza in termini di trattamento, trasferenza e smaltimento dei rifiuti, con l’impegno a realizzare una rete integrata e adeguata di impianti. Autosufficienza che il Campidoglio contesta sostenendo che debba essere imposta all’intero Ato e non solamente a Roma Capitale.
Le reazioni di Raggi e Zingaretti
“Il Tar del Lazio ha accolto il nostro ricorso. Si tratta di una vittoria per tutti i cittadini e tutti i territori che, da troppi anni, pagano scelte scellerate calate dall’alto. Ora la Regione Lazio non ha più alibi” ha scritto su facebook la sindaca di Roma Virginia Raggi. “Dopo la chiusura della discarica di Malagrotta nel 2013 non sono mai state costruite valide alternative, neppure nell’ultimo, insufficiente, piano rifiuti regionale, aggiunge Raggi -. A questo si aggiunge le chiusura di diverse discariche e impianti del Lazio, uno dei quali al centro dell’indagine che ha portato agli arresti della responsabile della direzione Rifiuti della Regione Lazio, per ipotesi di corruzione”. “È arrivato il momento che la Regione collabori per cercare soluzioni fattibili e concrete”, conclude.
Dal canto suo Zingaretti non molla e anzi rincara la dose: “La sostanza non cambia. Il Tar rileva a chiare lettere l’omissione da parte del Comune affermando la mancanza di ‘un piano impiantistico volto a garantire l’autosufficienza nel trattamento, trasferenza e smaltimento dei rifiuti del Sub-ATO di Roma Capitale’ – scrive il presidente regionale in una nota – La situazione sta diventando gravissima: Roma rischia di essere invasa dai rifiuti. Già oggi informerò il Governo del pericolo“.
In effetti si legge nella sentenza: “L’ordinanza contingibile è urgente ex art. 191 citato ha un contenuto normativamente prestabilito, potendo solamente ‘consentire il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti’ e non potendo, invece, essere impiegata per altre finalità. Di conseguenza il potere extra ordine ma in esame non può essere utilizzato per disporre un’attività di tipo pianificatorio, consistente nella redazione – pur doverosa e allo stato mancante, anche alla luce del Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio approvato il 5.8.2020 – di un piano impiantistico volto a garantire l’autosufficienza del trattamento, trasferenza e smaltimento del rifiuti del sub-Ato di Roma Capitale, come accaduto nel caso di specie”.
“Come Regione, attraverso il lavoro di questi mesi, anche con le ordinanze adottate che hanno evitato l’accumularsi dei rifiuti in strada e il conseguente pericolo sanitario – continua Zingaretti – abbiamo provato in sinergia con le altre istituzioni locali a risolvere l’emergenza rifiuti della capitale. Ora la situazione sta diventando gravissima: Regioni e Comuni che accolgono già i rifiuti romani, dopo la scadenza del 30 giugno non intendono ricevere ulteriori conferimenti. ll rischio emergenza per la Capitale dunque si ripropone ancora una volta e diventa sempre più drammatico perché, lo ripeto, in assenza di soluzioni credibili da parte di Roma Capitale e della Città Metropolitana rischiamo che nessuno sia più disponibile a ricevere i rifiuti della città”.
Ziantoni
Anche l’assessora ai Rifiuti di Roma Capitale, Katia Ziantoni, ha affidato a facebook le sue considerazioni dopo la sentenza del Tar: “La chiusura delle discariche di Colleferro prima e di Roccasecca poi, per responsabilità tutte regionali, hanno determinato una crisi dei rifiuti non imputabile a Roma Capitale. Si legge nella sentenza che l’ordinanza non può sostituirsi ‘all’attività pianificatoria tipica della gestione integrata del ciclo dei rifiuti‘. Questa è una vittoria di tutti i cittadini. Un risultato che pone fine al rimpallo di responsabilità e all’eccesso di potere esercitato dalla Regione Lazio. Il piano industriale approvato da AMA S.p.A. è stato regolarmente trasmesso e prevede, da qui al 2024, gli impianti a servizio della città nel rispetto dei territori, soprattutto di coloro che hanno già subito gli effetti di scelte calate dall’alto, senza alcuna programmazione.Non si può fare politica alle spalle dei cittadini, servono soluzioni responsabili e la leale collaborazione tra gli Enti”.