In un mondo sempre più denso, veloce, cementificato, il verde non è più un lusso: è una necessità. Lo dicono gli urbanisti, lo chiedono i cittadini, lo conferma il successo della XIV edizione del Festival del Verde e del Paesaggio, che dal 4 al 6 aprile ha trasformato l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma in un laboratorio a cielo aperto.
19.000 visitatori in tre giorni, 20.000 metri quadri di spazio occupato, oltre 150 espositori da tutta Italia: vivaisti, paesaggisti, artigiani, designer e istituzioni hanno dato vita a una grande narrazione collettiva. Una narrazione che ha messo al centro la cultura del verde come leva di benessere, rigenerazione e visione urbana.
30 talk su biodiversità, forestazione urbana e città biofiliche hanno aperto nuovi scenari.
15 lezioni di giardinaggio, 10 incontri per una “slow life”, 4 workshop, un beauty bar botanico, esperienze di yoga, mindfulness e cosmesi naturale hanno coinvolto il pubblico in un racconto fatto di gesti quotidiani e visioni di lungo periodo, portando la bellezza in scala domestica e restituendo centralità al verde nella vita di ogni giorno.
Ma soprattutto: un messaggio forte e chiaro.
Non possiamo più permetterci città sorde alla natura.
Il verde è salute pubblica, resilienza climatica, educazione, economia, qualità della vita. È ciò che ci riconnette a ciò che siamo e ci prepara ad affrontare le sfide del presente.
Anche la selezione botanica ha avuto un ruolo da protagonista: passiflore ibride, pelargoni blu, ninfee dai colori infuocati, oxalis ornamentali, colocasie tropicali. Accanto a loro, piante rustiche e resistenti, capaci di reinventare giardini, terrazzi, balconi e spazi urbani.
Grande entusiasmo anche per la Giornata del Verde per le scuole, che ha coinvolto centinaia di bambini con oltre 30 attività ludico-educative pensate per avvicinare le nuove generazioni al rispetto per l’ambiente e alla scoperta della natura in città.
Un ruolo centrale lo ha avuto il tema della biofilia, ovvero il legame profondo e istintivo tra essere umano e natura. Un concetto che oggi diventa criterio progettuale e principio urbano, capace di trasformare non solo gli spazi pubblici ma anche il nostro modo di abitarli.
“Il Festival è nato per far germogliare un cambiamento – spiega Gaia Zadra, fondatrice e direttrice artistica – e vedere ogni anno crescere l’interesse, la partecipazione e l’energia attorno al tema del verde ci dice che siamo sulla strada giusta. Abbiamo bisogno di riscoprire il nostro legame con la natura per costruire città che non siano solo vivibili, ma anche desiderabili.”
Il prossimo appuntamento è per il 2026. Perché il verde non è decorazione: è progetto, è cultura, è futuro.