A quasi due anni dall’approvazione del Piano Regionale di gestione e con l’allargamento dell’inceneritore di Torino, qual è la situazione rifiuti in Piemonte? Ne abbiamo parlato lunedì 17 marzo in un incontro pubblico nella sede di Eco dalle Città con Paolo Foietta, presidente dell’ Autorità Rifiuti regionale, l’ente su cui è stata centralizzata la governance della gestione rifiuti in Piemonte, e Oscar Brunasso, di Pro Natura e Rifiuti Zero, tra le associazioni ambientaliste che si oppongono all’opera (clicca qui per rivederlo, ndr).
L’incontro ha preso le mosse, ovviamente, dalla decisione di ampliare l’inceneritore di Torino. Nel suo saluto introduttivo la presidente Amiat, Paola Bragantini, ha sottolineato la difficoltà di migliorare ulteriormente la raccolta differenziata nel capoluogo, “mentre abbiamo ancora gente che magari abbandona addirittura ingombranti per strada”. In particolare Bragantini vede due difficoltà recenti: la quantità di plastica “spuria” cioè di conferimenti sbagliati nella plastica e la quantità di ristoranti e fast food che aprono senza prevedere e provvedere spazio per i bidoni della differenziata. Poi è cominciato il confronto tra Paolo Foietta e Oscar Brunasso.
Per quanto riguarda la necessità (inevitabilità) dell’ampliamento, Foietta ha sottolineato che il Piemonte è troppo lontano dagli obiettivi di raccolta differenziata e di riduzione dei rifiuti del Prubai e si renderebbe necessario ricorrere all’aiuto di altre regioni, tanto più che tra qualche anno l’inceneritore si dovrà fermare per revamping, ovvero manutenzione straordinaria. (Ndr: gli ambientalisti avevano creduto e sperato che l’inceneritore si dovesse spegnere nel prossimo decennio, non fare un “revamping”).
Attualmente in Piemonte siamo a 162 chili all’anno procapite di produzione di indifferenziato, mentre dovremmo arrivare a soli 90. E siamo al 68% di raccolta differenziata, mentre dovremmo arrivare all’82. C’è poi da considerare che una parte di ciò che viene raccolto in maniera differenziata torna allo smaltimento come frazione impura e questa parte potrebbe essere addirittura il 25% dell’rd, quindi 300 mila tonnellate. Secondo Brunasso è un po’ meno, attorno al 20%, e aggiunge che se ci si impegna con la tariffazione puntuale in alcuni consorzi si arriva a ridurre l’indifferenziato vicino all’obiettivo dei 90 chili l’anno (significa che se gli utenti vedono che pagano di più o di meno a secondo di quanto si impegnano a differenziare, allora lo fanno)
Brunasso non nega che il quadro generale sia mediocre ma pensa che affrontando seriamente e radicalmente la situazione, con misure per la riduzione dei rifiuti e appunto con la tariffazione puntuale, si possano evitare nuovi impianti. Foietta sottolinea che la nuova capacità prevista per l’inceneritore del Gerbido va in gran parte a sostituire discariche che vanno chiuse e impianti obsoleti e che il trattamento meccanico bilogico ha una scarsa efficacia.
Altri punti importanti del confronto sono stati quelli delle emissioni di CO2. Il problema sollevato dagli ambientalisti è che le abbondanti nuove emissioni climalteranti si dovranno pagare, così prevede il nuovo schema europeo. E questo porterà a un aumento considerevole dei costi di smaltimento. Foietta risponde che la stessa questione si pone per le discariche e che in realtà non è stato ancora ben definito dalla Commissione Europea cosa succederà in termini di costi. (Ndr: se il problema esiste per tutti gli inceneritori avremo una nuova lobby che premerà per una proroga a Bruxelles)
Per le emissioni nocive a livello locale anche Brunasso concorda che si deve fare un serio monitoraggio, ma su un campione molto ampio di popolazione. Quello attuale, lo SPOTT, non ha significato statistico in quanto eseguito solo su 200 persone, a fronte del fatto che il 90% degli inquinanti vengono assorbiti per via alimentare da deposizione al suolo e non per via aerea respirando. Ma quanti possono coltivare l’orto vicino a TRM e quanti oltre il raggio di 2 km?
Per lo studio sull’impatto ambientale, sollevato in Regione con l’ordine del giorno della Lega approvato dal Consiglio, Foietta ha ribadito che questo sarà affrontato con lo studio del Politecnico. Per le opposizioni – ci ha preannunciato il consigliere Alberto Unia, presente tra il pubblico – dovrà essere uno studio realmente indipendente e preliminare, per l’ Autorità Rifiuti un contributo indispensabile ma già previsto.
Costi di costruzione della nuova linea dell’inceneritore? Ancora non quantificabili. In ogni caso non ci sarà nessun finanziamento pubblico, si paga tutto con la Tari e TRM ha fatto abbastanza profitti per garantire l’investimento, dice Foietta. In conclusione ci è sembrato di cogliere un punto di convergenza sulla necessità che la Regione riprende sostegni e investimenti a iniziative per la raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti.