L’Europa potrebbe trovarsi in guerra con la Russia entro cinque anni. È quanto sostiene William Todts, direttore di Transport & Environment (T&E), in una nota in cui sottolinea l’urgenza di un’autonomia energetica per rafforzare la sicurezza del continente. “Chiunque abbia osservato l’imboscata politica subita la scorsa settimana dal presidente ucraino Zelensky alla Casa Bianca sa che l’Europa non può più contare sugli Stati Uniti”, scrive Todts, evidenziando come sia necessario costruire una difesa comune europea anziché affidarsi a coalizioni temporanee di Stati volenterosi.
La lotta climatica è una lotta per la pace
Secondo Todts, il movimento ambientalista è intrinsecamente un movimento per la pace e deve restare impegnato nella cooperazione internazionale. “È l’unica speranza per limitare il cambiamento climatico e adattarci ai suoi impatti”, afferma. Tuttavia, la realtà geopolitica impone di affrontare la questione da una nuova prospettiva. “Se vuoi la pace, prepara la guerra” (Si vis pacem, para bellum), ricorda Todts, sottolineando che le democrazie europee liberali si trovano di fronte a regimi autoritari e forze di estrema destra, finanziati dai proventi di petrolio e gas. “Se Russia e i suoi alleati estremisti in Europa e negli USA continueranno a crescere, non solo il movimento ecologista sarà spazzato via, ma anche la società civile e, in ultima istanza, la libertà e la democrazia”.
L’indipendenza energetica è sicurezza
L’idea che la sicurezza si limiti alla difesa militare è superata: “La sicurezza non riguarda solo la difesa aerea, le fabbriche di munizioni e i soldati ben addestrati. La sicurezza energetica, la capacità manifatturiera e la logistica sono altrettanto vitali“, spiega Todts. La dipendenza energetica dell’Europa è ancora elevata: l’UE consuma circa 10 milioni di barili di petrolio al giorno, importandolo da Stati Uniti (17%), Norvegia (13%) e Kazakistan (11%). In caso di conflitto, la Russia potrebbe bloccare i principali snodi di approvvigionamento, causando una crisi energetica senza precedenti.
Mobilità elettrica e riforma fiscale: le soluzioni possibili
“La Cina ha già compreso un decennio fa che l’elettrificazione del trasporto è la soluzione più ovvia”, afferma Todts, spiegando che le batterie non sono fondamentali solo per le auto, ma anche per droni, sottomarini senza equipaggio e sistemi di emergenza. Inoltre, tassare maggiormente il petrolio potrebbe accelerare il cambiamento: “Abbiamo tentato per decenni di riformare la direttiva sulla tassazione dell’energia senza successo. Ora dobbiamo essere più creativi”. Un dazio dell’1,7% sulle importazioni di petrolio, come quello che Trump aveva minacciato di imporre sul Canada, genererebbe 3 miliardi di euro all’anno. “Un dazio ancora più alto e punitivo sui combustibili fossili legati alla Russia sarebbe più che giustificato”, aggiunge.
Reti elettriche resilienti e produzione di batterie in Europa
La guerra in Ucraina ha dimostrato che le infrastrutture energetiche sono obiettivi militari primari. Per questo, sostiene Todts, è cruciale costruire una rete decentralizzata, flessibile e sicura dai cyber-attacchi. “L’energia eolica e solare saranno la base del mix energetico futuro, e la flessibilità è fondamentale”, scrive. Una possibile soluzione? Il sistema Vehicle-to-Grid (V2G), che consente ai veicoli elettrici di restituire energia alla rete.
Ma per garantire la sicurezza energetica, l’Europa deve ridurre la sua dipendenza dalle batterie importate: “Una filiera industriale delle batterie, dalla miniera alla fabbrica di celle, è ormai una priorità per la sicurezza europea”, sostiene Todts.
Il ruolo strategico della logistica
Infine, un elemento spesso sottovalutato: la logistica. “Due istituzioni hanno avuto un ruolo cruciale nel fermare la conquista russa dell’Ucraina: l’esercito ucraino e, sorprendentemente, la rete ferroviaria del Paese“, ricorda Todts citando il giornalista Luke Harding del Guardian. Anche in Europa, il tema della mobilità militare è centrale e le infrastrutture ferroviarie possono giocare un ruolo chiave.
La transizione ecologica come strategia di sicurezza
“Nulla di tutto ciò è piacevole da leggere”, ammette Todts, “ma sottolinea quanto il movimento climatico sia cruciale per la sicurezza del continente”. Se l’Europa vuole davvero la pace, deve prepararsi ad abbandonare la dipendenza dal petrolio e costruire un futuro energetico autonomo e sostenibile.