Corte d’Appello riapre il processo smog di Torino, nuova udienza l’8 maggio

Il dibattimento in secondo grado dovrà stabilire se vi siano state negligenze nella tutela della qualità dell'aria tra il 2015 e il 2019, dopo l'impugnazione della sentenza di proscioglimento da parte della Procura. Il Comitato Torino Respira e altre associazioni ambientaliste insistono sulla necessità di un'analisi approfondita dell'impatto dell'inquinamento atmosferico sulla salute pubblica

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Il Processo Smog, che vede sotto accusa gli ex amministratori pubblici comunali e regionali per la gestione della qualità dell’aria a Torino tra il 2015 e il 2019, è entrato in una nuova fase, infatti, la Corte di Appello del capoluogo piemontese ha fissato per l’8 maggio l’udienza per la trattazione dell’impugnazione presentata dalla Procura della Repubblica, contro la sentenza di non luogo a procedere emessa nel luglio 2024.

Quel provvedimento aveva prosciolto gli imputati dal reato di inquinamento ambientale colposo, respingendo le richieste di prosecuzione del giudizio avanzate dai pubblici ministeri e dalle parti civili, tra cui il Comitato Torino Respira, Greenpeace Italia e l’ISDE (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente).

La decisione del giudice, le cui motivazioni erano state depositate il 5 settembre 2024, era stata contestata dalla Procura e dalle parti civili, che hanno presentato ricorso nello scorso autunno. In particolare, il Comitato Torino Respira, rappresentato dall’avvocato Marino Careglio, ha sottolineato in una memoria come la sentenza sia caratterizzata da un “diffuso svilimento del tema dell’inquinamento atmosferico”, sia nella ricostruzione dei fatti sia nelle valutazioni giuridiche.

L’udienza dell’8 maggio, fissata davanti alla 4^ sezione penale della Corte di Appello di Torino, rappresenta un momento cruciale per il processo, che potrebbe portare a una revisione della sentenza di primo grado.

“Accogliamo con soddisfazione la celere fissazione del giudizio di appello – ha dichiarato Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira – La sentenza del giudice di primo grado non è condivisibile e auspichiamo una sua riforma. La materia è complessa e non può essere liquidata in modo sbrigativo e superficiale. Un confronto approfondito, sul piano giuridico e scientifico, potrà emergere solo da un serio dibattimento”.