“Qualcuno ha parlato di una ‘montagna che ha partorito un topolino’, altri di un Piano che rinuncia alla pianificazione affidandosi alle ‘manifestazioni di interesse/i’ dei ‘soliti gruppi di industria sporca’. Certamente è il Piano delle ‘mistificazioni linguistiche‘ attraverso le quali si tingono di ‘circolare’ impiantistiche normativamente poste fuori da questo contesto dalla Unione Europea”. È una bocciatura senza appello quella di Zero Waste Italy e del suo presidente Rossano Ercolini nei confronti del Piano rifiuti della Regione Toscana, presentato il 14 gennaio in Consiglio Regionale. In una nota, che riportiamo per intero in basso, Ercolini annuncia addirittura “una Petizione al Parlamento Europeo” e spiega che sono in valutazione “possibili aspetti legali circa il riferimento all’Economia Circolare che non può consentire ‘interpretazioni fai da te‘ che di circolare hanno solo la presa in giro a fronte di precise istanze normative cogenti sigillate in sede UE”.
Ecco la nota completa:
Qualcuno ha parlato di una “montagna che ha partorito un topolino”, altri di un Piano che rinuncia alla pianificazione affidandosi alle “manifestazioni di interesse/i (l’aggiunta non è casuale!)” dei “soliti gruppi di industria sporca”.
Certamente è il Piano delle “mistificazioni linguistiche” attraverso le quali si tingono di “circolare” impiantistiche normativamente poste fuori da questo contesto dalla Unione Europea, che include tutti gli impianti di trattamento termico (come l’ossicombustore di Peccioli e gli impianti tra l’altro senza concrete referenze industriali di “Waste to Chemicals”) tra le tecnologie che impattano il principio di non arrecare significativi rischi proprio all’Economia Circolare ed ad altri criteri ambientali (Do Not Significant harm Principle, articolo 17 del Regolamento UE Tassonomia 2020/852).
Le risposte in merito alle osservazioni inviate da Zero Waste Italy rivelano una superficialità sconcertante e ignorano la pesantezza normativa del punto sollevato.
È anche il Piano delle “mistificazioni numeriche” che attraverso un “modello IRPET Litter RU” prevede quantitativi di rifiuti ingigantiti al 2035 per “gonfiare” il “fabbisogno impiantistico di smaltimento rivolto non a trattare gli scarti provenienti da raccolta differenziata (che ZWI sostiene) ma prioritariamente ai rifiuti speciali di alcuni distretti toscani che, invece di smaltire, dovrebbero investire davvero in impiantistiche circolari volte al recupero di materia (e non di energia che non c’entra niente con la “circolarità”).
Nel “Piano non Pianificatorio” in modo vergognoso si prevede uno scenario di riduzione al 2035 del 5% ignorando che già nel 2023 si conferma una riduzione inerziale (senza che la Regione Toscana metta in campo nessun investimento) dell’ 1% annuo.
Già dal 2009 in Toscana i rifiuti sono diminuiti di circa il 12% e al ritmo dell’1% annuo al 2035 i rifiuti urbani dovrebbero ridursi di almeno un 10-12% ulteriore. Ciò significa che al 2035 per effetto di buone pratiche di riduzione, riparazione, riuso, riciclo (dal 2025 è entrata in vigore l’obbligatorietà della RD dello scarto tessile, mentre con il DM 119/2023 è previsto il ricorso alle “preparazioni per il riutilizzo” di una nutrita mole di “ingombranti” e beni durevoli anche delle attuali stazioni ecologiche) i rifiuti urbani in Toscana dovrebbero ridursi a circa 1.900.000 tonnellate/a. Con una RD all’82% con un RUR (Rifiuto Urbano Residuo) non superiore a circa 350.000 t/a, con impianti a freddo dotati di lettori ottici sempre più connessi con l’intelligenza artificiale (vedi tecnologie TOMRA che ormai agiscono sul rifiuto indifferenziato) si tratterebbe di ricorrere a “discariche detossificate e per flussi stabilizzati” per circa 140.000 tonnellate (ben al di sotto di quel 10% da non valicare nella messa a discarica che tra l’altro, l’UE porrà sotto verifica e modifica entro l’anno in corso).
Ma la partita non finisce qui: Zero Waste Italy preannuncia una Petizione al Parlamento Europeo e valuta possibili aspetti legali circa il riferimento all’Economia Circolare che non può consentire “interpretazioni fai da te” che di circolare hanno solo la presa in giro a fronte di precise istanze normative cogenti sigillate in sede UE.
Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy