Prezzo del gas: il prossimo inverno sarà il più caro di sempre | Studio ECCO

Il think tank italiano dedicato alla transizione energetica e al cambiamento climatico ha fatto delle previsioni sulla bolletta del gas dell'inverno 2024-2025, che mostrano costi del 20% più alti rispetto al periodo della crisi prezzi del gas (2022-2023) e del 68% in più rispetto al periodo pre-Covid (2019-2020). Il prezzo del gas ha infatti raggiunto i 48€/MWh, un aumento, sostiene ECCO, principalmente dovuto all’instabilità geopolitica nei Paesi fornitori, ma anche temperature più rigide rispetto all’inverno 2022-23 e l’inefficienza del parco abitativo i

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Questo inverno sarà il più caro di sempre per le famiglie italiane: lo afferma ECCO, il think tank italiano dedicato alla transizione energetica e al cambiamento climatico. Le previsioni sulla bolletta del gas dell’inverno 2024-2025 che emergono dall’analisi di Francesca Andreolli e Matteo Leonardi mostrano costi del 20% più alti rispetto al periodo della crisi prezzi del gas (2022-2023) e del 68% in più rispetto al periodo pre-Covid (2019-2020).

Il prezzo del gas ha infatti raggiunto i 48€/MWh. Un aumento, sostiene ECCO, principalmente dovuto all’instabilità geopolitica nei Paesi fornitori, nonostante gli stoccaggi italiani siano pieni e i gasdotti per l’importazione del combustibile siano stati utilizzati per meno della metà della loro capacità negli ultimi dodici mesi.

A determinare la grossa spesa che le famiglie italiane dovranno sostenere, oltre alla dipendenza dal combustibile, sono anche le temperature dell’inverno 2024-25 – più rigide, almeno fino ad oggi, rispetto all’inverno 2022-23 – e l’inefficienza del parco abitativo italiano, tra le più alte in Europa.

Riportiamo di seguito i risultati dell’analisi di ECCO con la stima dei prezzi delle bollette gas nelle città italiane di Milano, Roma e Palermo per tre abitazioni tipo di 38, 70 e 110 metri quadrati.

A Milano per riscaldare, cucinare e produrre acqua calda in un’abitazione di 70 mq con classe energetica G, una famiglia spenderà, nel periodo tra novembre 2024 e marzo 2025, circa 1403€: 232€ (il 20%) in più rispetto al periodo di crisi (2022-23) e 571€ (il 68%) in più rispetto al periodo pre-Covid (2019-20). Se la casa è di 110 mq, la spesa salirà a 2143€ (+382 € rispetto all’inverno 2022-2023 e circa 1000 € rispetto al periodo pre-Covid), mentre un’abitazione di 38 mq comporterà una spesa di 788€(+108 € rispetto all’inverno 2022-2023 e circa 300 € rispetto al periodo pre-Covid).

Cifre simili interessano anche il centro e il sud: a Roma l’aumento arriva quasi a 430 € per una casa di 70 mq rispetto all’inverno 2022-2023. Sono 635 € in più rispetto al periodo precrisi.

A Palermo l’incremento sarà più lieve e varierà tra 50 e 210 € rispetto all’inverno della crisi 2022-2023. Si alzerà fino a 420 € nel caso di abitazione di 110 mq rispetto al periodo precrisi.

Efficienza energetica per garantire sicurezza e risparmio

Ben diverso il caso di chi ha una casa in fascia di efficienza più alta. Lo studio di ECCO ha sottolineato infatti che una casa in Classe A pagherà una bolletta del 60-65% inferiore a una Classe G. Nei diversi casi elaborati questo si traduce in un risparmio che può raggiungere fino a 1400€ l’anno.

Di conseguenza, i ricercatori di ECCO ritengono che investimenti nel campo dell’efficienza energetica siano l’unico strumento in grado di garantire sicurezza e risparmio alle famiglie. Un lavoro che dovrebbe essere supportato da una visione d’insieme che armonizzi incentivi, fiscalità energetica, tassazione dei prodotti energetici, ponendo al centro la sicurezza energetica delle abitazioni, gli obiettivi climatici e la sostenibilità finanziaria a lungo termine. Al contrario, cancellare le politiche per l’efficienza senza offrire alternative espone le famiglie a costi energetici insostenibili senza possibilità di attuare investimenti che assicurino l’uscita dal problema.

L’analisi prosegue sostenendo che il superamento dell’esperienza del Superbonus sia necessario per il bilancio dello Stato, ma che questo debba essere fatto in modo ragionato, mantenendo un differenziale tra le ristrutturazioni generiche e quelle per l’efficienza energetica. Riportare il bonus casa al 36% e mantenere l’ecobonus al 65% avrebbe lo stesso impatto in termini di spesa pubblica, e manterrebbe un importante sostegno all’efficienza.

A conclusione, la pubblicazione di ECCO ha spiegato e messo in evidenza come l’impiego di risorse pubbliche per aiutare le famiglie a rendere efficiente la propria abitazione produce benefici significativi sia sull’occupazione che sulla crescita economica (oltre agli evidenti benefici ambientali): tra il 2021 e il 2022 il valore della produzione delle ristrutturazioni profonde è cresciuto del 19,6% e l’occupazione del 3,8%.

L’efficienza energetica va dunque a vantaggio di famiglie e imprese, favorisce l’uscita dal gas e lotta al cambiamento climatico e permette una riduzione dell’inquinamento urbano, mentre l’inazione porta a maggiori costi sociali nel futuro per mitigazione e adattamento, mancata competitività dei settori industriali nei mercati globali, costi dell’energia più alti per famiglie e imprese e progressivamente insostenibilità della finanza pubblica.