IdentiPack 2024, l’Italia accelera verso la trasparenza e la sostenibilità con le etichette degli imballaggi

Secondo l’osservatorio di CONAI e GS1 Italy, le informazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata, richieste dalla normativa, sono presenti sul 56,4% dei prodotti a scaffale in Italia. Quasi il 47% dei prodotti del grocery ha la codifica identificativa del materiale di composizione. Più basse le percentuali per quanto riguarda la presenza di marchi e informazioni ambientali volontarie, le informazioni aggiuntive per fare bene la raccolta differenziata, le indicazioni per visionare digitalmente le informazioni ambientali e quelle sulla compostabilità dell’imballaggio

IdentiPack etichette imballaggi

Le etichette degli imballaggi in Italia riflettono un crescente impegno verso la sostenibilità, come evidenziato dal sesto rapporto dell’Osservatorio IdentiPack, frutto della collaborazione tra CONAI, GS1 Italy e NielsenIQ. Con oltre 138.000 prodotti di largo consumo analizzati, il rapporto mette in luce un significativo progresso nelle informazioni ambientali presenti sugli imballaggi.

Le indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata sono passate dal 50% al 56,4% dei prodotti a scaffale, raggiungendo l’80% per quelli effettivamente venduti. Parallelamente, le etichette che riportano la codifica identificativa del materiale secondo la Decisione 129/97/CE sono salite dal 44,1% al 46,8%, con un picco del 72,2% tra le confezioni vendute.

Nonostante una crescita più lenta, si registra un aumento delle informazioni volontarie, come marchi ambientali, che hanno raggiunto l’8,3%, e indicazioni per una raccolta differenziata di qualità, ora al 6,9%. Le certificazioni di compostabilità restano ferme allo 0,2%, mentre le istruzioni per accedere digitalmente alle informazioni ambientali si attestano al 3,8%.

Il settore del freddo si distingue per l’adozione di pratiche sostenibili, con il 58,3% di codifica identificativa del materiale e il 78,7% di indicazioni per la raccolta differenziata. Le carni e il fresco seguono con percentuali rispettivamente sopra il 50% e il 60%. Nel cura casa, il 30,4% dei pack riporta istruzioni per consultare digitalmente le informazioni ambientali, il valore più alto tra i settori merceologici.

Secondo Simona Fontana, direttore generale di CONAI, la comunicazione ambientale non è solo un obbligo normativo ma un mezzo per costruire fiducia con i consumatori. La Direttiva 825, che entrerà in vigore nel 2026, impedirà green claim non supportati da dati scientifici, promuovendo messaggi autentici e verificabili.

Bruno Aceto, CEO di GS1 Italy, sottolinea come questa edizione di IdentiPack rappresenti un passo avanti verso una cultura diffusa della sostenibilità, basandosi su dati autorevoli e rappresentativi.

Il rapporto IdentiPack dimostra che le imprese italiane sono in prima linea nell’adottare scelte responsabili, favorendo una circular economy che coniuga riduzione dell’impatto ambientale e valorizzazione della sostenibilità.

Per approfondire i dati e scaricare il rapporto completo: osservatorioidentipack.it.