Dl Ambiente: via libera definitivo alla Camera, passa il deposito cauzionale per le bottiglie

Il Dl, dopo aver ottenuto il via libera dal Senato, è passato con 141 voti favorevoli, 81 contrari e 3 astenuti. Il provvedimento, presentato dal governo come una risposta concreta alle sfide ambientali e climatiche, introduce misure di semplificazione normativa, incentivi per il settore delle energie rinnovabili, e aggiornamenti significativi per quanto riguarda l'economia circolare, la gestione dei rifiuti e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Tuttavia, le critiche da parte delle opposizioni, in particolare da Eleonora Evi (Partito Democratico) e Mauro Del Barba (Italia Viva), sollevano dubbi sulla sua efficacia e sulla reale volontà di affrontare le cause profonde dei problemi ambientali, accusando il governo di un approccio emergenziale e di ritardi nel rispetto degli impegni europei, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

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Credit foto: Ministero dell'Ambiente

Con 141 voti favorevoli, 81 contrari e 3 astenuti la Camera ha approvato il Dl Ambiente 2024. Il provvedimento, già passato al Senato, diventa così legge. Presentato come “un passo decisivo per affrontare le sfide ambientali”, il decreto introduce misure di semplificazione normativa, innovazioni nel settore delle energie rinnovabili e un aggiornamento del quadro legislativo in materia di economia circolare, dissesto idrogeologico e gestione dei rifiuti.

Una novità importante riguarda la gestione degli imballaggi, con l’approvazione di un ordine del giorno del Partito Democratico che impegna il governo a introdurre un sistema di deposito cauzionale per bottiglie di plastica monouso e lattine. La misura, già adottata in diversi Paesi europei, punta a migliorare la raccolta differenziata, ridurre i rifiuti dispersi nell’ambiente e garantire un riciclo di qualità, contribuendo alla lotta contro l’inquinamento e il cambiamento climatico. “Grazie al DRS – ha detto Eleonora Evi del Pd – l’Italia potrà adottare uno strumento efficace per combattere la crisi climatica e ridurre l’inquinamento”, ha concluso la deputata.

Secondo Gilberto Pichetto Fratin, il decreto mira a risolvere i problemi legati alle procedure di valutazione ambientale: “Interveniamo su uno dei grandi scogli: le procedure di impatto ambientale e di valutazione strategica sono aumentate enormemente negli ultimi anni. Serve velocità e criteri chiari” ha dichiarato il ministro, che ha poi sottolineato che ulteriori riforme arriveranno con la revisione del Codice dell’Ambiente.

Critiche invece le opposizioni. La deputata Evi, annunciando il voto contrario alla fiducia posta sul Decreto, ha detto: “Siamo arrivati a 75 questioni di fiducia in due anni: la democrazia è sospesa, il Parlamento è mortificato”. Ha poi denunciato i tempi ridotti per l’analisi e la presentazione di emendamenti e ha contestato il dl definendolo privo di visione e coraggio: “Si insiste con la logica dell’emergenza e dei commissariamenti, affrontando i sintomi dei problemi senza mai intervenire sulle cause profonde come prevenzione e pianificazione. Il governo tiene il Paese ostaggio delle fonti fossili, confondendo la sicurezza energetica con lo sfruttamento delle riserve di gas nazionale”. Ha inoltre criticato l’approccio emergenziale verso temi come dissesto idrogeologico, siccità e cambiamenti climatici.

Anche Mauro Del Barba, deputato di Italia Viva, ha espresso un giudizio critico sul decreto: “La montagna ha partorito il topolino. Gli stakeholder si aspettavano norme chiare, invece si trovano con un rinvio”, ha affermato durante le dichiarazioni di voto. Del Barba ha denunciato la gestione superficiale di temi cruciali, come la crisi idrica, affrontata in maniera frammentaria, e l’economia circolare, in cui i cambiamenti sono limitati al trasferimento interno di competenze tra uffici del ministero. Ha inoltre sottolineato l’assenza di provvedimenti rilevanti sulle terre rare, nonostante l’importanza strategica di questi materiali. L’unico settore con interventi concreti è quello delle energie rinnovabili, ma Del Barba ha criticato la tardiva definizione dei criteri di priorità”.

Le principali novità introdotte dal Decreto Ambiente 2024

Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e semplificazioni normative

  • Iter accelerato per la VIA: Corsia preferenziale per progetti che contribuiscono agli obiettivi del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima);
  • Certificazione di disponibilità dei terreni: Obbligo di documentare la disponibilità legale dei terreni per progetti di energia rinnovabile;
  • Allineamento normativo: Adeguamento delle verifiche ai criteri del Testo Unico Rinnovabili;
  • Progetti prioritari: Iter preferenziale per:
    • Impianti di accumulo idroelettrico;
    • Cattura e stoccaggio di CO2;
    • Conversione industriale in bioraffinerie;
    • Nuovi impianti idroelettrici fino a 10 MW.

Semplificazioni per le imprese nel settore rifiuti

Il legale rappresentante può assumere direttamente il ruolo di responsabile tecnico per la gestione dei rifiuti, a condizione che abbia ricoperto tale ruolo per almeno tre anni consecutivi nella stessa azienda.

Rinnovabili

  • Zone prioritarie per accelerare le autorizzazioni;
  • Priorità ai progetti di idrogeno verde, fotovoltaico ed eolico, inclusi impianti agrivoltaici superiori a 50 MW e impianti eolici terrestri oltre i 70 MW.

Economia circolare

  • Rafforzamento dell’Albo Gestori Ambientali, con regole specifiche per le piccole imprese;
  • Ritiro RAEE (rifiuti elettronici): Obbligo per i grandi negozi di ritirare piccoli dispositivi elettronici senza necessità di un nuovo acquisto.

Dissesto idrogeologico e risorse idriche

  • Fondo per la mitigazione del rischio in aree soggette a frane e alluvioni;
  • Obbligo per i comuni di includere strategie preventive nei piani urbanistici;
  • Piano per la manutenzione dei bacini idrografici, con risorse potenziate al Commissario Straordinario.

Idrocarburi e transizione energetica

  • Stop a nuovi permessi per la ricerca e sfruttamento di idrocarburi;
  • Distanza ridotta a 9 miglia dalla costa per le piattaforme offshore di gas fossile, con deroghe solo per giacimenti significativi;
  • Permessi legati a forniture calmierate per le aziende energivore.

Finanziamenti e infrastrutture sostenibili

Autorizzazione prorogata al 2025 per finanziamenti fino a 500 milioni di euro da parte di Cassa Depositi e Prestiti per progetti del Piano Mattei.