Il Senato ha approvato con 83 si, 47 no e un astenuto la riforma del Codice della Strada (ddl n. 1086). Il provvedimento, che ha già ricevuto il via libera dalla Camera, diventa definitivo. Sono stati respinti tutti gli oltre 350 emendamenti presentati dalle opposizioni.
Il testo si compone di 36 articoli; tra le principali misure: vengono rafforzate le sanzioni per la guida in stato di ebbrezza e dopo l’assunzione di stupefacenti; si inaspriscono le pene per l’abbandono di animali su strada; è introdotto l’obbligo del dispositivo alcolock; c’è maggior rigore nel sistema di penalizzazione del punteggio patente e si introduce la sospensione breve per infrazioni gravi; sono previsti incentivi per corsi di educazione stradale; si introduce l’obbligo di casco, assicurazione e targa per i monopattini e ulteriori modifiche concernono le norme sulla circolazione delle biciclette e la protezione degli utenti vulnerabili. Si prevedono deleghe al Governo per riordinare la legislazione su motorizzazione e circolazione, oltre ad aggiornare la segnaletica stradale.
Nel corso del 2024 sono state organizzate in tutta Italia oltre 60 manifestazioni di protesta da parte di associazioni, comitati, sindacati e anche amministratori locali, contro quello che è stato rinominato il Codice della Strage, per chiedere al Governo di cambiare la proposta di riforma.
Come riportato nell’analisi legale dell’esperto di sicurezza stradale Andrea Colombo, la riforma viene criticata perché ha un impianto molto chiaro: debole coi forti e forte coi deboli. Da una parte, meno regole, meno limitazioni, meno controlli, meno sanzioni e più libertà di circolare e andare veloci nelle città per auto, moto, camion merci, eccetera. Dall’altra parte, regole più restrittive, meno spazio in strada e quindi, meno sicurezza per i veicoli più leggeri e gli utenti più vulnerabili, cioè pedoni, ciclisti, micromobilità, bambini, anziani, disabili.