“I dati Corepla sul riciclo degli imballaggi in plastica, citati in alcuni articoli, sono presenti nella nostra relazione sulla gestione. Come viene specificato, in attesa di indicazioni precise su come le autorità competenti intendano calcolare l’obiettivo di riciclo, a partire dal 2022 Corepla effettua una stima delle quantità conteggiabili ai fini del raggiungimento degli obiettivi di riciclo. Come già affermato anche da Eurostat, anche nel 2023, tra i grandi Paesi europei siamo secondi solo alla Germania. Tutto quello che ancora non è stato possibile avviare a riciclo, poco più di 500.00 tonnellate, è stato invece destinato per oltre il 90% alle cementerie per produrre energia al posto di combustibili fossili”.
Così il presidente di Corepla, Giovanni Cassuti, raggiunto da Eco dalle Città dopo la pubblicazione dell’inchiesta di Greenpeace, che chiama in causa il consorzio nazionale del riciclo imballaggi. L’associazione ambientalista sostiene che i numeri di “riciclo effettivo” della plastica dell’Italia sono al di sotto degli obiettivi europei, che prevedono il raggiungimento del 50% entro il 2025 e del 55% entro il 2030. “Basare i calcoli sul riciclo effettivo rappresenta un approccio ben diverso da quello adottato negli ultimi anni in Italia – dice Greenpeace – in cui si è parlato solo di materiale avviato a riciclo, un indice che comprende al suo interno anche tutti gli scarti che vengono estratti successivamente dai materiali trattati”.