Green Deal, 180 ONG e 60 imprese alla Commissione europea: “Non si facciano passi indietro”

In occasione delle audizioni dei nuovi Commissari al Parlamento Europeo, 180 organizzazioni della società civile e 60 aziende chiedono un’attuazione efficace del Green Deal ed esprimono preoccupazione rispetto al potenziale arretramento degli impegni ambientali. "La deregolamentazione annunciata da Bruxelles va contro ogni logica ambientale e climatica e, benché venga presentata come una semplificazione per le aziende, non fa altro che penalizzare pesantemente le numerose imprese italiane ed europee che hanno già investito risorse finanziarie nella decarbonizzazione"

Mentre a Bruxelles il Parlamento europeo interroga i nuovi Commissari sulle loro proposte programmatiche per i prossimi cinque anni, la società civile e il mondo imprenditoriale lanciano un chiaro messaggio alla nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen: su crisi climatica, perdita di biodiversità e inquinamento non sono più ammessi passi indietro. Lo sottolinea il Wwf in una nota.

“La posta in gioco è altissima – dice l’associazione – Nell’ultimo decennio gli eventi climatici estremi sono costati all’Europa 260 miliardi di euro con gravi ricadute per la sicurezza dei cittadini e la competitività di lungo periodo delle imprese europee. La perdita di biodiversità accelera in Europa e nel mondo a ritmi sempre più rapidi mettendo a rischio la capacità della natura di assorbire le emissioni di CO2 e di garantire benefici e servizi essenziali all’ambiente e alle persone. L’inquinamento atmosferico rimane il principale rischio ambientale per la salute umana con 253.000 decessi provocati in Europa nel 2021“.  

“Nonostante questi dati allarmanti, – prosegue l’associazione – la tendenza della Commissione a guida von der Leyen di far retrocedere le politiche ambientali e climatiche nella scala di priorità dell’agenda europea si era già concretizzata nella precedente legislatura, con l’ arretramento sulle condizionalità ambientali della Politica Agricola Comune (PAC) e sulla Strategia Farm to Fork, a cui si è aggiunta la recente proposta della Commissione di posticipare di 12 mesi la data di applicazione del Regolamento sulla deforestazione”.   

Sulla base di tutto questo, lunedì 4 novembre, in occasione delle audizioni dei nuovi Commissari al Parlamento Europeo, 180 organizzazioni della società civile e 60 aziende chiedono un’attuazione efficace del Green Deal ed esprimono preoccupazione rispetto al potenziale arretramento degli impegni ambientali. 

Dante Caserta, Responsabile Affari Legali e Istituzionali di Wwf Italia, dichiara: “Negli ultimi cinque anni, il Green Deal europeo ha avviato una transizione virtuosa e sostenibile delle nostre economie e dei nostri stili di vita, consentendo di adottare un quadro normativo trasparente e competitivo per pianificare investimenti pubblici e privati in linea con gli obiettivi di neutralità climatica, di ripristino degli ecosistemi degradati e di riduzione drastica della deforestazione. La deregolamentazione annunciata dalla Commissione europea va contro ogni logica ambientale e climatica e, benché venga presentata come una semplificazione per le aziende, non fa altro che penalizzare pesantemente le numerose imprese italiane ed europee che hanno già investito risorse finanziarie nell’adeguamento dei loro piani produttivi agli obiettivi di decarbonizzazione e di tutela della biodiversità”.

Ancora: “Non a caso 60 aziende europee condividono le nostre stesse preoccupazioni e chiedono alla Commissione Ue di mantenere elevati standard ambientali e di assicurare tempistiche chiare e finanziamenti consistenti per l’implementazione del Green Deal europeo. Le audizioni dei Commissari che iniziano oggi al Parlamento europeo saranno un banco di prova importante per capire se la Commissione von der Leyen continuerà sul percorso tracciato dal Green Deal o prenderà la strada dell’inazione climatica e ambientale. Un arretramento su queste sfide cruciali arrecherebbe solo danni irreparabili all’ambiente e non produrrebbe vantaggi per nessuno, se non per quei portatori di interesse che non hanno semplicemente voglia di rinunciare alle proprie rendite a discapito di clima, natura, salute e competitività di lungo periodo”.