Mortalità su strada in Italia, Anci: “Dati inaccettabili, occorre più educazione”

L'ISTAT ha pubblicato dati allarmanti sull'incidentalità stradale in Italia, evidenziando il mancato raggiungimento dell'obiettivo UE 2030 di dimezzare la mortalità. Nonostante un lieve calo dei decessi nel 2023 (-3,8% rispetto al 2022), i morti sulle strade italiane restano sopra i 3000 all'anno. L'ANCI sottolinea la necessità di migliorare l'educazione stradale e la prevenzione della guida in stato di ebbrezza, con un aumento del 23,3% delle sanzioni. Le principali città registrano ancora dati preoccupanti, rendendo urgenti azioni coordinate tra istituzioni

Recentemente, l’ISTAT ha pubblicato dei dati sull’incidentalità stradale in Italia, mostrando come l’obiettivo UE 2030 di dimezzare la mortalità su strada sia ancora lontano.

Sebbene il 2023 abbia registrato una lieve diminuzione dei decessi in incidenti stradali (-3,8% rispetto al 2022), il dato non appare incoraggiante per diversi motivi: non si riesce a scendere sotto i 3000 morti all’anno sulle strade italiane, collocando il nostro Paese alla 19esima posizione rispetto agli altri partner dell’Unione”, commenta l’ANCI in una nota.

Nelle principali città italiane non si scende sotto i 300 morti all’anno, altro dato inaccettabile. Inoltre, nonostante gli sforzi profusi con il Piano nazionale sicurezza stradale 2030 assistiamo ad un aumento degli incidenti complessivi e di quelli mortali a danno di ciclisti, utenti di monopattini elettrici e pedoni, cioè degli utenti vulnerabili della strada soprattutto legati all’eccesso di velocità, come più volte evidenziato dalla comunità scientifica. ISTAT ci dice che l’indice di mortalità per i pedoni è quattro volte superiore a quello di occupanti di autovetture, mentre è di due volte superiore per i ciclisti. Particolare attenzione da parte dei Comuni e delle Polizie locali è stata posta nel contrasto alla guida in stato di ebbrezza, con un incremento del +23,3% delle sanzioni ai trasgressori; dato che conferma, purtroppo, come sia necessario un salto di qualità nell’offerta di educazione stradale rivolta ai giovani sui rischi di condurre autoveicoli e motoveicoli sotto l’effetto di alcool o stupefacenti”, continua l’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Le Polizie locali sono le uniche che realizzano ogni anno oltre 30.000 ore di educazione stradale nelle scuole, coinvolgendo 2.290 istituti scolastici, come registrato nel Rapporto Anci sulle attività delle Polizie locali. In effetti i comportamenti scorretti alla guida rimangono il fattore determinante del fenomeno delle stragi sulle strade. Praticamente tutte le principali città italiane registrano un calo delle mortalità in ambito urbano. Serve un nuovo patto tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero dell’Interno, Ministero della istruzione e del merito e Comuni partendo dalle esperienze realizzate, per rafforzare le azioni di prevenzione e di educazione stradale nelle scuole, di contrasto ai comportamenti a rischio alla guida e azioni specifiche contro l’uso delle droghe e alcool alla guida”, conclude la nota di ANCI.