“Il DM Aree Idonee e il DL Agricoltura hanno dato il colpo di grazia allo sviluppo degli impianti rinnovabili, già in seria difficoltà tra le criticità burocratiche e organizzative, i ritardi nella pubblicazione di provvedimenti chiave, come il FER X (secondo Terna 8 GW di impianti autorizzati non partono in attesa delle aste), la saturazione virtuale della rete e le moratorie delle Regioni, da cui peraltro adesso dipende la normativa delle aree idonee”.
A dirlo Elettricità Futura, Green Horse Advisory, L&B Partners e Legance, che il 24 luglio a Milano hanno organizzato un evento per fare chiarezza sul quadro autorizzativo degli impianti rinnovabili e sulle possibili evoluzioni previste alla luce dei due decreti licenziati dall’esecutivo qualche tempo fa.
“Gli ultimi due provvedimenti approvati dal Governo”, ha dichiarato Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, “hanno avuto un ruolo decisivo nell’aumentare l’incertezza del quadro normativo in Italia, determinando il blocco della quasi totalità dei nuovi progetti rinnovabili. La conseguenza è un effetto domino che porta all’aumento dei costi dei terreni, già adesso tra i più cari d’Europa (che sul costo di impianto incidono per oltre il 20%), di realizzazione degli impianti per i maggiori costi del permitting, e quindi del costo dell’energia elettrica prodotta. Siamo in una situazione paradossale, l’Italia con 4 milioni di ettari di terreni agricoli abbandonati non ne vuole usare 70.000 per installare gli impianti che producono elettricità elettrica al minor costo, ovvero, il fotovoltaico utility scale”.
Il quadro normativo delle aree idonee è ancora in corso di definizione, recita una nota pubblicata a margine del convegno, perché mancano le diverse leggi regionali attuative del Decreto pubblicato lo scorso 2 luglio 2024. Le Regioni hanno sei mesi di tempo per farlo, ma nel frattempo non sono rimaste inerti avendo, a macchia di leopardo, adottato una serie di leggi e delibere che vanno nella direzione opposta rispetto agli obiettivi rinnovabili al 2030.
“Nella nuova definizione delle aree idonee di competenza delle Regioni”, ha aggiunto Agostino Re Rebaudengo, “devono essere fatti salvi i progetti che dal 2021 ad oggi sono stati localizzati nelle aree definite idonee ai sensi del decreto legislativo 199 del 2021, quello che ha attuato la RED II”.
Prosegue la nota di Elettricità Futura: “Se le Regioni applicassero in modo restrittivo la distanza di 7 Km dai beni tutelati per i nuovi progetti che da oggi in poi verranno presentati, la quasi totalità del territorio nazionale sarebbe non idoneo alle rinnovabili, essendo il nostro Paese ricco di beni soggetti a vincoli”.
Alla luce di queste premesse, il convegno ha cercato di rispondere al quesito: è possibile uscire dal labirinto normativo per raggiungere gli obiettivi? Si sono confrontati alcuni esperti di Diritto moderati da Tommaso Cassata, Membro del Consiglio Generale, Elettricità Futura, come Pina Lombardi, Partner Responsabile Dip. Energy, Studio Legale L&B Partners Avvocati Associati, Cristina Martorana, Partner Dipartimento Energy, Legance e Carlo Montella, Co-Founder e Managing Partner, Green Horse Legal Advisory.
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