Per verificare la situazione relativa al picco di calore che sta interessando in questi giorni ampie parti dell’Italia, il 20 giugno i volontari di Greenpeace hanno effettuato un monitoraggio per le strade di Roma, realizzando immagini foto e video grazie a una termocamera a infrarossi che misura istantaneamente la temperatura delle superfici.
Secondo quanto registrato infatti dal Climate Shift Index, un indicatore messo a punto dal gruppo di esperti del Climate Central per quantificare l’impatto del cambiamento climatico sulla temperatura, in diverse città italiane – Roma inclusa – oggi l’Indice di Cambio Climatico è al massimo livello. Questo significa che la temperatura misurata in queste ore sarebbe stata altamente improbabile in un mondo senza il riscaldamento causato da attività umane come lo sfruttamento delle fonti fossili.
Secondo le rilevazioni del Climate Shift Index, in città come Perugia – in cui oggi secondo il Ministero della Salute la situazione è da allerta rossa – la temperatura registrata è 5,7°C più alta della temperatura che si sarebbe misurata senza l’effetto della crisi climatica. Nella Capitale, l’incremento della temperatura è di 7,3°C, mentre in città come Potenza, Palermo e Trento l’aumento dovuto alla crisi climatica è rispettivamente di 8,9°C, 7,3°C e 4,7°C.
I dati messi a disposizione dal Climate Central si aggiungono al bollettino sulle ondate di calore diramato quotidianamente dal Ministero della Salute, secondo il quale domani in ben otto città tra le 27 monitorate (Ancona, Campobasso, Frosinone, Latina, Palermo, Perugia, Rieti, Roma) il livello di allerta sarà massimo, “con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche”.
Durante l’attività di monitoraggio effettuata a Roma, Greenpeace ha raccolto immagini con la termocamera intorno al Colosseo, a Piazza San Pietro e all’esterno della Stazione Termini, aree in cui si formano delle isole di calore, con temperature elevate e presenza di numerose persone. Le temperature delle superfici inquadrate dalla termocamera sono risultate ampiamente superiori ai 50°C, a cui sono esposte in questi giorni migliaia di turisti, pendolari e persone che vivono o si spostano nella città. I volontari di Greenpeace hanno inoltre mostrato dei cartelli con la scritta “Chi paga?”, in riferimento ai costi in termini di salute ed economici che ricadono sulle spalle della collettività nonostante siano conseguenza delle attività delle grandi aziende del settore fossile.