L’inquinamento atmosferico in Veneto non accenna a diminuire. La morsa dell’alta pressione, con la sua assenza di vento e precipitazioni, continua a far ristagnare gli inquinanti negli strati bassi dell’atmosfera, creando una situazione di grave criticità per la salute dei cittadini.
Negli ultimi giorni, i livelli di polveri sottili sono progressivamente aumentati in tutto il Veneto, superando il 4 febbraio concentrazioni superiori ai 100 µg/m3 (microgrammi per metro cubo) nella pianura. Anche nella fascia pedemontana, solitamente meno colpita dall’accumulo di polveri, si sono registrati superamenti del valore limite giornaliero.
A causa di queste condizioni, i livelli di allerta rimangono elevati in gran parte del Veneto, con un aumento da sei a dieci delle aree in allerta 2 (rosso) a partire da martedì 6 febbraio.
È previsto che mercoledì 7 febbraio si verifichi un indebolimento del promontorio anticiclonico, consentendo l’arrivo di correnti più umide dall’Atlantico. Ciò potrebbe contribuire a una riduzione delle condizioni critiche per l’inquinamento, anche se non sono ancora previste precipitazioni o un aumento dei venti capaci di abbattere e disperdere le particelle Pm10 e Pm2.5. Miglioramenti significativi sono attesi nel prossimo fine settimana con il passaggio di una perturbazione atlantica, portando condizioni più dispersive.
- Questa la situazione dei livelli di allerta in vigore da martedì 6 febbraio:
- Livello di allerta 2 (rosso): Venezia, Verona, Treviso, Vicenza, Castelfranco Veneto, San Donà di Piave, San Bonifacio, Chioggia, Mirano, Cittadella.
- Livello di allerta 1 (arancio): Padova, Rovigo, Mansué, Monselice, Este, Cinto Euganeo, Piove di Sacco, Adria, Badia Polesine, Legnago, Conegliano.
- Livello di allerta 0 (verde): Bassano del Grappa, Schio, Belluno, Feltre.