Una riduzione di 24.000 viaggi di camion per il trasporto dei rifiuti verso gli impianti del Nord e all’estero, con un risparmio di 8.000 tonnellate di CO2 equivalente e il soddisfacimento del fabbisogno energetico di 200.000 famiglie, pari a circa 600.000 abitanti. Sono alcuni dei vantaggi connessi alla realizzazione del termovalorizzatore di Roma, che emergono dallo studio “Rifiuti urbani, fabbisogni impiantistici attuali e al 2035”, realizzato da Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche), giunto alla quarta edizione.
“Questo impianto (che sarà capace di gestire 600.000 tonnellate annue) avrà impatti positivi non solo nel Lazio ma anche su scala nazionale – sostiene lo studio – : verrà risolta la gestione dei rifiuti non riciclabili e degli scarti delle raccolte differenziate dell’area di Roma capitale, il Lazio sarà vicino all’autosufficienza nella gestione dei rifiuti non riciclabili e verrà dimezzato il fabbisogno impiantistico di recupero energetico del Centro Italia”. Ancora: “Per raggiungere i target Ue che prevedono entro il 2035 il 65% di riciclaggio effettivo e un utilizzo della discarica per una quota non superiore al 10%, allo stato attuale il Centro avrà bisogno di recuperare energeticamente ulteriori 1,15 milioni di tonnellate di rifiuti e di trattare 650.000 tonnellate di organico”.
“La carenza e la cattiva dislocazione degli impianti è la prima causa dei viaggi dei rifiuti lungo la Penisola – sottolinea Utilitalia – con importanti costi in termini economici e ambientali. Ad oggi (dati 2021) il Centro è costretto a esportare il 17% (1,10 milione di tonnellate) della propria produzione di rifiuti, nonostante avvii già in discarica una percentuale estremamente elevata, pari al 34,2%, ma non in grado di garantire tutta la richiesta. Il termovalorizzatore di Roma consentirà di ridurre in maniera considerevole le spedizioni di rifiuti dal Centro verso altre regioni e verso l’estero“.
Secondo lo studio, “su scala nazionale si registreranno ogni anno 24.000 viaggi di camion di rifiuti in meno (14% dei viaggi attualmente effettuati annualmente): i 12 milioni di chilometri in meno percorsi da questi mezzi porterà a una riduzione delle emissioni climalteranti di 8.000 tonnellate di CO2 equivalente. A ciò si uniscono i vantaggi in termine di produzione di energia, stimabile in circa 540.000 MWh (il 51% dei quali rinnovabili): verrebbe soddisfatto il fabbisogno energetico di 200.000 famiglie (pari a circa 600.000 abitanti) e si risparmierebbero emissioni climalteranti per circa 110.000 tonnellate di CO2 equivalente. Complessivamente, dunque, tra riduzione dei viaggi dei rifiuti e produzione di energia rinnovabile, la realizzazione del termovalorizzatore di Roma porterebbe a un risparmio di circa 120.000 tonnellate di CO2 equivalente. Anche il 49% di energia non rinnovabile sarebbe di produzione locale, riducendo quindi la dipendenza dall’estero. A ciò si aggiungono le ricadute occupazionali, con la creazione di circa 150 nuovi posti di lavoro, compreso l’indotto e senza considerare le fasi di cantiere”.
Utilitalia promuove da sempre attività di ricerca e analisi dei settori in cui operano le imprese associate, a sostegno delle proprie proposte normative. Gli studi, che si basano su dati reali e conoscenze scientifiche, realizzati dalla Federazione negli ultimi anni – “Gestione dei rifiuti urbani – Scenari di sviluppo infrastrutturale: comparazione del rendimento ambientale”, il “Libro Bianco sull’incenerimento dei rifiuti urbani” e il “Green Book” – supportano la scelta di Roma di dotarsi di questo tipo di impianto.
“La pubblicazione del bando di gara per il termovalorizzatore di Roma – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – è un passaggio importante verso la realizzazione di un impianto fondamentale per garantire la corretta gestione del ciclo dei rifiuti e per centrare i target europei al 2035, nonché pienamente coerente con le strategie indicate dal Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti, approvato nel 2022.In termini di emissioni climalteranti, lo smaltimento in discarica, come dimostrato da vari studi scientifici, ha un impatto decisamente superiore a quello del recupero energetico e diversi flussi di rifiuti, se non recuperati energeticamente, hanno come alternativa il solo smaltimento in discarica. Il recupero energetico da rifiuti, infatti, è la migliore alternativa alla discarica ed è complementare al riciclo, come dimostrano i dati di quelle zone che dotate di impianti registrano percentuali di differenziata e riciclo più alte. L’impatto ambientale, certificato dai vari modelli di analisi in relazione alle modalità di raccolta e trattamento, evidenziano come un sistema integrato di impianti che riesca a chiudere il ciclo dei rifiuti, in prossimità, determini enormi benefici ambientali ed economici”.