Articoli allarmistici sulle plastiche biodegradabili, l’intervento di Francesco Degli Innocenti (Assobioplastiche)

"Negli ultimi mesi sono usciti molti articoli scientifici che con toni allarmistici mettono in guardia sui rischi delle plastiche biodegradabili, accusate di non degradare sufficientemente o di avere effetti tossici. Si è parlato delle bioplastiche come di una 'falsa promessa'. Ma sono notizie attendibili? La nostra esperienza è che se, dopo aver letto il comunicato stampa di turno che 'svela il lato oscuro delle bioplastiche', si prende l'articolo scientifico originario e lo si analizza attentamente si scopre che i dati mostrati non sono allarmanti per niente"

plastiche biodegradabili

Riprendiamo un articolo di Francesco Degli Innocenti, membro del Comitato Tecnico Scientifico di Assobioplastiche, che affronta il tema della recente diffusione di numerosi articoli che accusano le plastiche biodegradabili di non degradare sufficientemente o di avere effetti tossici. Attraverso un lavoro di debunking Degli Innocenti tenta di mostrare che i toni allarmistici utilizzati non sono giustificati.

A seguire introduzione e link all’articolo completo:

La patologia del battage pubblicitario, dell’enfatizzazione e del pregiudizio nelle pubblicazioni sta creando una preoccupazione ingiustificata nei confronti dei teli di pacciamatura biodegradabili

Negli ultimi mesi sono usciti molti articoli scientifici che con toni allarmistici mettono in guardia sui rischi delle plastiche biodegradabili, accusate di non degradare sufficientemente o di avere effetti tossici. Si è parlato delle bioplastiche come di una “falsa promessa”. Ma sono notizie attendibili? La nostra esperienza è che se, dopo aver letto il comunicato stampa di turno che “svela il lato oscuro delle bioplastiche”, si prende l’articolo scientifico originario e lo si analizza attentamente si scopre che i dati mostrati non sono allarmanti per niente.

Insomma, se si fa il debunking (che purtroppo non è cosa alla portata di tutti visto il contenuto scientifico dei documenti) si scopre che l’allarmismo non è supportato dai dati. Quindi perché dati scientifici preliminari vengono amplificati coi mezzi di comunicazione di massa e trasformati in uno scandalo mediatico? Per spiegare questo fenomeno occorre tener conto che oggigiorno nel mondo accademico si compete nelle università e tra le università per posizioni, finanziamenti, studenti. Si vince pubblicando molti articoli e facendo in modo che siano molto citati, ossia occorre visibilità. Questo porta inevitabilmente ad una escalation, tanto che molte università si sono dotate di uffici stampa addetti alla amplificazione mediatica.

È una disfunzione che si sta sviluppando nel mondo accademico contemporaneo, recentemente denominata la patologia del battage pubblicitario, dell’enfatizzazione e del pregiudizio nelle pubblicazioni, diventato oggetto di analisi, alla ricerca di rimedi. Recentemente sono stati presi di mira i prodotti biodegradabili usati in agricoltura, le vittime di turno della patologia. Nell’articolo sotto riportato, viene fatto un debunking degli studi con una analisi critica serrata che dimostra che i toni allarmistici non sono giustificati dai dati prodotti.

Leggi l’articolo (in inglese): https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0304389423022070