Importante passo in avanti per l’approvazione della legge sulle Materie prime critiche dell’Unione Europea. Lunedì 13 novembre Parlamento Ue e Consiglio hanno trovato l’accordo sul testo, che adesso dovrà essere approvato formalmente da entrambi i legislatori. Le norma ha come obiettivo quello di rendere l’Europa “più competitiva e sovrana” nell’approvvigionamento di materie prime critiche, “riducendo la burocrazia, promuovendo l’innovazione lungo l’intera catena del valore, sostenendo le PMI e incentivando la ricerca e lo sviluppo di materiali alternativi e metodi di estrazione e produzione più rispettosi dell’ambiente”.
La legislazione istituirà “incentivi economici e un quadro imprenditoriale più stabile e sicuro per la realizzazione di progetti di estrazione e riciclo, con procedure di autorizzazione più rapide e semplici”.
Auto elettriche, pannelli solari, smartphone contengono tutti materie prime fondamentali. Con la transizione ecologica e lo spostamento globale verso le energie rinnovabili e la digitalizzazione delle economie, la domanda di queste materie prime strategiche è destinata ad aumentare rapidamente nei prossimi decenni, sottolinea Strasburgo. Attualmente l’Ue dipende per alcune di queste dalle importazioni, spesso provenienti quasi totalmente da un unico paese, come nel caso delle terre rare che arrivano per il 98% dalla Cina.
La legge vorrebbe quindi garantire partenariati strategici tra l’Ue e i paesi terzi, al fine di “diversificare l’approvvigionamento dell’Unione, con vantaggi per tutte le parti”. Prevede “misure per aprire la strada a partenariati a lungo termine con trasferimento di conoscenze e tecnologie, formazione e miglioramento delle competenze per nuovi posti di lavoro con migliori condizioni di lavoro e di reddito, nonché estrazione e lavorazione secondo i migliori standard ecologici nei paesi partner”.
I deputati hanno inoltre spinto per una maggiore attenzione alla ricerca e all’innovazione riguardo ai materiali sostitutivi e ai processi di produzione, che potrebbero sostituire le materie prime nelle tecnologie strategiche. Hanno assicurato la definizione di obiettivi di circolarità per favorire l’estrazione di materie prime più strategiche dai prodotti di scarto e insistono inoltre sulla necessità di ridurre la burocrazia per le imprese.
L’eurodeputata e vicepresidente del Parlamento, Nicola Beer, commenta così l’accordo sulla legge: “Si tratta di un progetto di politica industriale per un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime in Europa. Con incentivi economici mirati creiamo certezza nella pianificazione dei progetti per gli investitori privati, attraverso punti di contatto unici per le aziende e procedure di autorizzazione rapide e semplici con scadenze chiare per le autorità nazionali. Questo stimolerà l’estrazione, la lavorazione e il riciclo nell’Unione”.
“Allo stesso tempo, – aggiunge Beer – stiamo stimolando la ricerca e l’innovazione lungo l’intera catena del valore. Un quadro per partenariati strategici sulle materie prime con paesi terzi a parità di condizioni renderà l’Ue un partner attraente nella competizione geopolitica, con vantaggi reali per entrambe le parti e una forte protezione delle comunità locali e della natura”.
L’accordo informale dovrà ora essere approvato sia dal Parlamento che dal Consiglio per diventare legge. La decisione sarà messa ai voti in commissione Industria, ricerca ed energia il prossimo 7 dicembre.