Elisabetta Scuri e Nicola Accardo sono i due giornalisti che hanno conquistato il premio Fenice CONAI per il giornalismo ambientale giovane nell’edizione 2023. Questo riconoscimento è offerto dal Consorzio Nazionale Imballaggi alle nuove generazioni di giornalisti che si sono distinti nell’affrontare tematiche legate alla sostenibilità, al riciclo e all’ambiente.
Scuri è stata premiata nella categoria scritto per il suo articolo “Alla ricerca dei fantasmi nel Mar Mediterraneo,” pubblicato su LifeGate.it. L’articolo si concentra sul problema degli attrezzi fantasma, ovvero le reti e le nasse abbandonate dai pescatori nel Mediterraneo e non solo.
Accardo, invece, ha ricevuto il premio nella categoria audiovisivo per un servizio trasmesso su RAI 3 durante il programma “TgR Puliamo il mondo.” Il servizio trattava un’iniziativa dell’Istituto Tecnico Industriale e dell’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato che coinvolgeva gli studenti nel processo di ricondizionamento di beni tecnologici durante le ore di laboratorio.
La cerimonia di premiazione si è svolta a Urbino, durante la serata di apertura del Festival del Giornalismo Culturale, presso la Sala del Trono di Palazzo Ducale. I vincitori hanno ricevuto i premi Fenice dalle mani di Lella Mazzoli, direttrice dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino e co-fondatrice del Festival del Giornalismo Culturale, e di Simona Fontana, responsabile del Centro Studi per l’Economia Circolare di CONAI, entrambe giurate del premio.
Nata in provincia di Sondrio, Elisabetta Scuri vive a Milano. È giornalista pubblicista e si occupa di questioni legate alla crisi climatica, alla transizione energetica e alla tutela di biodiversità e diritti umani. “Sono onorata di ricevere questo prestigioso premio per un articolo” commenta, “che parla di un tema a me molto caro, quello della salvaguardia dei mari, e di un progetto del WWF che mira a recuperare e riciclare gli attrezzi fantasma nel Mediterraneo. È importante che i giornalisti diano voce a casi di successo che dimostrano la fattibilità di un modello di sviluppo basato sull’economia circolare”.
Giornalista professionista dal 2010, Nicola Accardo si è formato in Francia, all’Ecole Supérieure de Journalisme di Lille. Ha lavorato per diversi media paneuropei, tra cui Cafébabel e ARTE. Dal 2021 lavora alla TgR RAI, Prima in Sardegna, alla sede di Sassari, e da aprile nella sede di Venezia. “Il premio al servizio è merito del contenuto”, afferma, “ovvero il prezioso impegno dei ragazzi delle Industriali di Sassari che, guidati da Legambiente, ricondizionano computer che mettono a disposizione di scuole ed enti pubblici. Vorrei ringraziare Tore Perrotta e Federico Mureu, che hanno lavorato dietro la telecamera e al montaggio, e la sede RAI di Sassari che mi ha accolto nei miei primi venti mesi alla TgR”.
Insieme a Lella Mazzoli e a Simona Fontana, erano in giuria anche Fiorella Corrado, capo ufficio stampa e comunicazione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Barbara Del Curto, professore del Dipartimento di chimica, materiali e ingegneria chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano; Sonia Filippazzi, giornalista RAI, autrice e conduttrice de L’aria che respiri su Radio 1; Franco Elisei, presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche; Alberto Grassani, capo redattore del Sole 24 Ore; Francesco Marino, capo redattore centrale RAI Piemonte e responsabile TgR Leonardo; e Valter Facciotto, direttore generale CONAI.
“Il Consorzio promuove da sempre la creazione di conoscenza e informazione sui temi della tutela ambientale” spiega il direttore Facciotto. “Per questo crediamo che sostenere il lavoro dei giovani giornalisti che si occupano di ambiente e sostenibilità sia parte dei compiti di CONAI. Questo premio è un riconoscimento alla loro passione e alla loro competenza: congratulazioni quindi a Elisabetta Scuri e Nicola Accardo per i loro lavori. Siamo molto felici di averli premiati in una cornice come il Festival del giornalismo culturale di Urbino, grande contenitore di idee per il giornalismo italiano e, in qualche modo, scuola di trasparenza e di obiettività per i professionisti dell’informazione: l’economia circolare italiana ha sempre più bisogno del loro impegno appassionato e onesto”.