Nella giornata del 19 settembre, il Parlamento e il Consiglio europei hanno trovato quello che hanno definito: “un accordo provvisorio su nuove norme per vietare la pubblicità ingannevole e fornire ai consumatori migliori informazioni sui prodotti”. L’accordo diventerà legge se durante il voto di novembre del Parlamento che del Consiglio gli eurodeputati raggiungeranno la maggioranza. Nel caso la direttiva entrerà in vigore, gli Stati membri avranno 24 mesi per recepire le nuove norme nella loro legislazione.
L’obiettivo, continua la nota del Parlamento europeo è quello di mettere fine al greenwashing e migliorare l’informazione dei consumatori sulla durabilità dei prodotti che acquisteranno. Più nello specifico, i punti toccati in sede di confronto tra Parlamento e Consiglio sono stati:
- Le affermazioni ambientali generiche e altri trucchi di marketing ingannevoli saranno vietati
L’applicazione del divieto anche alle comunicazioni commerciali relative a beni che contengono elementi di design introdotti per limitare la durabilità del prodotto
Il via libera solo per le etichette di sostenibilità basate su schemi di certificazione approvati o stabiliti dalle autorità pubbliche
Le informazioni sulla garanzia che dovranno essere più visibili, introducendo una nuova etichetta per l’estensione della garanzia
Di fatto, riporta il Parlamento europeo: “l’accordo aggiorna l’elenco UE esistente delle pratiche commerciali vietate e vi aggiunge diverse abitudini di marketing problematiche legate al greenwashing e all’obsolescenza precoce dei beni. Lo scopo delle nuove norme è proteggere i consumatori dalle pratiche ingannevoli e aiutarli a fare scelte di acquisto migliori e ad essere vietato saranno:
- le affermazioni ambientali generiche, ad es. “ecologico”, “naturale”, “biodegradabile”, “climaticamente neutro” o “eco”, senza prova di riconosciuta prestazione ambientale eccellente rilevante per la dichiarazione;
le comunicazioni commerciali relative a un bene con una caratteristica che ne limita la durabilità se sono disponibili informazioni sulla caratteristica e sui suoi effetti sulla durabilità;
le affermazioni basate su sistemi di compensazione delle emissioni secondo cui un prodotto ha un impatto neutro, ridotto o positivo sull’ambiente;
le etichette di sostenibilità non basate su schemi di certificazione approvati o stabiliti dalle autorità pubbliche;
le dichiarazioni di durabilità in termini di tempo o intensità di utilizzo in condizioni normali, se non provate;
la sollecitazione del consumatore a sostituire i materiali di consumo, come le cartucce di inchiostro della stampante, prima del necessario;
la presentazione degli aggiornamenti software necessari anche se migliorano solo le funzionalità;
la presentazione della merce come riparabile quando non lo è”.
In merito alla nuova etichetta, poi: “deputati hanno insistito con successo per rendere più visibili le informazioni sulla garanzia, poiché molte persone non sono consapevoli che tutti i beni godono di una garanzia di almeno due anni nell’UE. La Commissione ha inoltre il compito di progettare una nuova etichetta per i produttori che desiderano evidenziare la qualità dei loro prodotti estendendo gratuitamente il periodo di garanzia”.
Dopo l’accordo, la relatrice del Parlamento Biljana Borzan (S&D, HR) ha dichiarato: “Abbiamo raggiunto un ottimo accordo per i consumatori. Il 60% dei consumatori europei non sa nemmeno che tutti i prodotti sono coperti da garanzia legale. Oggi la situazione cambia, con l’invito a essere presenti in tutti i negozi dell’UE e in alcuni casi anche sugli imballaggi. Inoltre, una nuova etichetta di garanzia estesa mostrerà chiaramente quali prodotti durano più a lungo, quindi sarà più facile acquistare prodotti più durevoli. Abbiamo anche negoziato una posizione forte sull’obsolescenza precoce. Non dovremmo pubblicizzare prodotti che falliscono troppo presto. Oltre a ciò, stiamo eliminando il caos delle affermazioni ambientali, che ora dovranno essere comprovate, e le affermazioni basate sulla compensazione delle emissioni saranno vietate”.