“Sulla carta, la legge tedesca sul riscaldamento era molto ambiziosa, ma la paura ha reso confuso un piano semplice e coerente. Si sono perse opportunità, con pesanti conseguenze per le azioni climatiche a livello dell’Ue. Così lo European Environmental Bureau sull’approvazione in Germania della nuova norma sul riscaldamento negli edifici, ampiamente modificata rispetto alle proposte precedenti.
“Invece di stabilire un chiaro quadro federale per la fase di abbandono dei combustibili fossili nelle abitazioni, il parlamento tedesco permetterà alle persone di installare caldaie ibride a combustibili fossili etichettate come ‘pronte per l’idrogeno‘, a condizione che i comuni promettano di rendere l’idrogeno disponibile nel futuro”.
Dato il costo elevato, spiega l’organizzazione ambientalista, il ruolo dell’idrogeno nel settore riscaldamento è ancora in discussione e consentire la permanenza di questo tipo di caldaie ritarderà la necessaria transizione alle tecnologie rinnovabili che sono già facilmente a disposizione, come le pompe di calore.
Secondo Luke Haywood, responsabile delle politiche per il clima e l’energia di EEB, “consentire l’installazione di nuove caldaie a combustibili fossili nel 2024 e fino al 2044 in determinate condizioni è un’idea folle: non solo aumenta le emissioni e dipende da un approvvigionamento volatile, ma, quando entrerà in vigore nel 2027, aumenterà anche i costi per le famiglie. Una rapida adozione delle pompe di calore è senza dubbio una scelta intelligente ed economica per prevenire la povertà energetica”.
La Germania, nazione in cui il settore del riscaldamento rappresenta la metà del consumo energetico, si affida in larga misura a sistemi di riscaldamento alimentati da combustibili fossili, mentre le fonti rinnovabili rappresentano solo il 15% del mix energetico. L’eliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossili da questi sistemi era destinata a rappresentare un passo fondamentale nella necessaria spinta della Germania verso la sostenibilità e un’energia accessibile e affidabile, sostiene l’EEB.
La proposta iniziale presentata in aprile dal governo tedesco era ambiziosa e prevedeva una scadenza al 2024 per la cessazione delle vendite e delle installazioni di nuove caldaie a gas. “Se attuata, questa mossa avrebbe portato a una rapida vittoria nazionale per diversi obiettivi critici in materia di clima ed energia, tra cui una riduzione del 15% delle emissioni di gas serra, una riduzione dell’11% delle importazioni di gas e un aumento del 44% dell’adozione di energie rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento”.
“Se i comuni consentiranno ai cittadini di installare caldaie ibride in Germania – commenta EEB – e se l’Ue seguirà questo percorso ambiguo, tutto questo metterà in pericolo gli impegni dell’Europa per un futuro a zero emissioni di carbonio e le ambizioni del Fit for 55. Dato che il riscaldamento rappresenta la metà del consumo energetico europeo, raggiungere la neutralità delle emissioni è un sogno irrealizzabile se non ci si libera da questa dipendenza”.
Secondo l’organizzazione ambientalista, in vista delle elezioni del 2024, le istituzioni dell’Ue devono ora proteggere la propria eredità climatica nella battaglia per ottenere un risultato ambizioso dal trilogo sulla Direttiva EPBD e dalla progettazione ecocompatibile. “Questi negoziati hanno affrontato una feroce resistenza da parte delle lobby del gas, che ha portato a sostanziali esenzioni e scappatoie”.
EEB conclude spiegando che è fondamentale “non solo mantenere ma anche aumentare l’asticella contro i combustibili fossili per garantire un futuro in cui tutti i cittadini possano godere di una qualità di vita dignitosa nelle proprie case, salvaguardando al contempo la sicurezza energetica e l’indipendenza dell’Europa”.