Martedì 29 agosto a Milano una donna di 28 anni è stata investita e uccisa da un autocarro mentre si trovava in sella alla sua bicicletta in viale Caldara, una via del centro città. Si tratta della quinta persona morta in bici in un incidente stradale dall’inizio dell’anno nel capoluogo lombardo. L’anno scorso le vittime erano state tre, secondo quanto riportano i dati raccolti dal movimento La Città delle Persone, composto da associazioni e comitati, che sopperisce con il suo lavoro alla difficoltà di reperire dati ufficiali.
Dati comunali infatti non ne abbiamo trovati, almeno per ora. Ci affidiamo dunque al report del movimento, che è libero e consultabile da tutti. E che dice che nei primi 8 mesi del 2023 i morti per incidenti stradali a Milano sono stati quindici (mentre nel 2022 complessivamente sono stati venti). Di questi, cinque erano ciclisti e sei pedoni (due in più del 2022 per entrambi).
Ecco una tabella riassuntiva:
Cinque ciclisti e sei pedoni morti in otto mesi dunque. Come valutare questa cifra? Per consolarci potremmo dire che abbiamo passato di peggio, negli anni in cui alla sicurezza stradale si badava meno. Non abbiamo una serie storica di Milano a disposizione ma a livello Lombardia, per stare a dati non molto lontani, tra il 2010 e il 2012 ci sono stati oltre 60 ciclisti morti ‘anno. Cifra che per fortuna difficilmente si raggiungerà
In questi ultimi anni sono notevolmente diminuiti i morti tra gli automobilisti. È questo che rende ancora più insopportabile quello che è accaduto in questi mesi a Milano.
O viceversa: l’aumento dell’uso della bicicletta e la crescita della consapevolezza e dell’orgoglio di chi pedala in città fa si che la quinta vittima ciclista dell’anno diventi una notizia importante. In altri tempi magari sarebbe stato solo un trafiletto. E soltanto amici e parenti sarebbero andati a deporre fiori. Oggi è un omicidio stradale, un segno della prepotenza oggettiva dei camion e ci sono vere e proprie manifestazioni di protesta.
Quindi bisogna vedere entrambi i lati della questione. Da una parte la tragedia, la paura, il senso di insicurezza. Dall’altra la nuova sensibilità, la mobilitazione, l’asticella che è cresciuta di livello e che reclama città 30, sicurezza stradale, attenzione.
La protesta non sarà inutile. I ciclisti urbani non hanno motivo di scoraggiarsi.