Allarme ozono in Italia. Come tutte le estati, anche quest’anno si ripresenta in maniera preoccupante una delle forme di inquinamento atmosferico più sottovalutate. Complice il grande caldo e la ripresa di molte attività, in questi giorni i livelli di ozono sono elevatissimi in diverse città italiane, soprattutto al nord, dove insistono temperature prossime ai 40 gradi.
L’ozono troposferico, questo il nome tecnico, si produce per l’interazione di fattori di origine antropica e naturale ed è un inquinante cosiddetto secondario, cioè non viene emesso direttamente da una o più sorgenti, ma si produce per effetto della radiazione solare in presenza di inquinanti primari quali gli ossidi d’azoto (NOX) e i composti organici volatili (VOC), prodotti in larga parte dai motori a combustione e dall’uso di solventi organici. Il complesso dei fenomeni che porta a elevate concentrazioni di ozono viene denominato “smog fotochimico”.
Gli effetti dell’ozono sulla salute sono molteplici. Può provocare irritazioni del tratto respiratorio e delle mucose, mal di testa, nausea, aumento dei casi di asma o bronchite, malattie cerebrovascolari e persino causare morte prematura. Si stima che nell’Unione Europea nel 2021 siano state 24mila le morti premature dovute alle alte concentrazioni del gas nelle città (fonte EEA).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda una concentrazione massima di ozono pari a una media di 100µg/m3 in un periodo di 8 ore, mentre nell’Unione Europea il valore è leggermente più alto, ossia 120µg/m3. La normativa italiana ha regolamentato la valutazione delle concentrazioni con il Decreto Legislativo 155/2010 che definisce:
obiettivo a lungo termine: livello da raggiungere nel lungo periodo mediante misure proporzionate, al fine di assicurare un’efficace protezione della salute umana e dell’ambiente;
valore obiettivo: livello fissato al fine di evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana o per l’ambiente nel suo complesso, da conseguire, ove possibile, entro una data prestabilita;
- soglia di informazione: livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive;
- soglia di allarme: livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di adottare provvedimenti immediati;
Nella tabella di seguito i valori di riferimento:
Le città italiane
Si diceva che anche in questa estate 2023 diverse città italiane, complice il gran caldo e la cronica presenza di inquinanti dovuti alle attività antropiche, l’ozono è arrivato a livelli molto alti.
Verona
Il dato più allarmante, anche se dev’essere ancora validato, è quello che arriva dalla provincia di Verona, dove l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, per la giornata di mercoledì 23 agosto aveva previsto livelli di ozono superiori ai 240 µg/m3.
Milano
A Milano registrati 195 µg/m3.
Piacenza
Nella giornata di mercoledì 23 agosto a Piacenza, nella stazione della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria Parco Montecucco si è registrato il superamento della soglia di informazione, con un valore massimo misurato di 195µg/m3. Anche il 24 agosto città emiliana registra valori che superano la soglia di informazione, infatti, il livello di ozono è di 184µg/m3.
Genova
Diversi superamenti della soglia d’informazione negli ultimi giorni anche a Genova, dove la centralina di via Ungaretti a Pegli ha registrato una concentrazione di 186,46 µg/m3.
Roma
Non si esime dall’inquinamento da ozono anche la Capita dove sono stati registrati picchi di 162 µg/m3.
Torino
Un po’ più bassi i valori di Torino