Durante il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023, in particolare durante l’evento ASviS sul Goal 11 (Città e comunità sostenibili) “La neutralità climatica al 2030, una sfida possibile. Le nove città italiane della Missione europea si raccontano” dello scorso 12 maggio a Bologna, i Comuni hanno dichiarato che da soli non riuscirebbero a rendere sostenibile il trasporto pubblico. Di fatto, il tema al centro del dibattito sono state le nove città italiane (Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Prato, Roma e Torino) selezionate nella “Missione 100 climate neutral and smart city by 2030“, il programma UE che mira a rendere climaticamente neutre le emissioni che provengono dalle realtà urbane. “Queste città sono chiamate a elaborare dei piani generali di decarbonizzazione che devono illustrare gli investimenti e i progetti in grado di abbattere le emissioni climalteranti in diversi settori, tra cui energia, edifici, rifiuti e trasporti”.
Nel resoconto diramato dal Festival dello Sviluppo Sostenibile non mancano le precise considerazioni sollevate dai relatori presenti e, partendo dal presupposto che dal suolo urbano proviene il 70% delle emissioni globali di CO2, il presidente ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) Pierluigi Stefanini ha dichiarato: “O riusciamo a connettere i diversi piani oppure il rischio di produrre una diagnosi approssimativa è alta. Voglio sottolineare che occorre creare condizioni di partecipazione dei cittadini nel processo di trasformazione. Lo sviluppo sostenibile implica quattro dimensioni collegate: ambientale, economica, sociale e istituzionale. Tutte devono procedere nella stessa direzione. Ma abbiamo il Piano per la transizione ecologica italiano che non è allineato con gli obiettivi europei. Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici su cui il governo deve mettere ancora le risorse e il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima non aggiornato”.
Il resoconto, poi, continua:” le nove città possono fare da apripista, per sperimentare soluzioni da diffondere a tutti gli altri centri urbani del Paese, a patto che non siano lasciate sole. Tutti i livelli istituzionali devono essere coinvolti per concentrare gli investimenti necessari da destinare a tre linee di intervento prioritarie: edilizia sostenibile, mobilità sostenibile, forestazione urbana e periurbana anche per contrastare il dissesto idrogeologico”.
A sollevare il tema di quanto sia importante il sostegno del governo per rispettare gli obiettivi dell’agenda 2030 è stata l’assessora all’Ambiente e verde Elena Grandi di Milano che ha sottolineato: “l’obiettivo di essere climate neutral entro metà secolo non sarà semplice da raggiungere. Non tutte le scelte delle amministrazioni legate alla transizione sono comprese dalla cittadinanza. Per questo abbiamo coinvolto i cittadini in maniera attiva con una assemblea permanente. Serve però anche il supporto del governo su alcuni temi, come quelli delle comunità energetiche e sugli interventi per l’efficientamento energetico e, soprattutto, abbiamo bisogno di incentivi sul trasporto pubblico locale. Altrimenti da soli non riusciremo a elettrificare il parco degli autobus pubblici e a espandere le nostre linee metro”.
In merito al dibattito, il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha dichiarato: “Bologna ha davanti a sé una grande sfida. Quella di accelerare le scelte fondamentali che riguardano il cambiamento climatico, ma più in generale il miglioramento della qualità della vita delle nostre comunità. Significa fare più veloce degli altri, per aiutare anche gli altri a fare delle nostre città dei laboratori di innovazione. Perché non abbiamo più tempo. Le piogge alluvionali di questi giorni o le ondate di calore sono esempi tangibili”.
Il gruppo Fridays for Future di Bologna, invece, ha inscenato una protesta in sala chiedendo all’amministrazione comunale bolognese: “che fine ha fatto la valutazione d’impatto sanitario del Passante? – il progetto che prevede il potenziamento del nodo autostradale e tangenziale di Bologna – Vorremmo caprie in che modo il progetto si inserisce all’interno della prospettiva della neutralità climatica, dato che la realizzazione immetterà in atmosfera 1850 tonnellate ci CO2 e che causerà il passaggio di 25mila veicoli in più al giorno. Occorre uno stop alla cementificazione“.
Passando a Bergamo, l’assessore Ambiente e Mobilità Stefano Zenoni ha elencato diversi progetti che il Comune sta mettendo in campo oltre all’efficientamento energetico degli edifici pubblici e la promozione delle comunità energetiche: “Stiamo realizzando una seconda linea tranviaria e un servizio di autobus elettrici”.
Per Andrea Ragona, assessore all’Ambiente di Padova, inoltre: “il Pnrr sta dando una grossa mano nel potenziare la nostra linea tranviaria, ma il rischio che si corre è quello di avere tanti tram nuovi e filobus elettrici nei prossimo anni, ma mancheranno i soldi del servizio, dato che i fondi pubblici, in sostanza, sono degli ultimi 10 anni”.
A Parma, poi, secondo le dichiarazioni dell’assessore Sostenibilità ambientale, energetica e mobilità Gianluca Borghi: “vogliamo raggiungere l’obiettivo di suolo zero e dalla scorsa settimana abbiamo lanciato la zona 30 (chilometri orari) in città. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti siamo sotto i 100 kg annui di produzione non riciclabile per ogni cittadino, un dato significativo”.
L’assessore all’Urbanistica, ambiente ed economia circolare di Prato Valerio Barberis, invece, ha affermato che le linee d’azione della cittadina che ospita il più grande distretto del fast fashion: “si basano su diversi cluster d’intervento. Da una parte la governance e dall’altra l’acquisizione dei dati per monitorare gli impatti di ciò che si sta facendo. Ci sono poi le azioni da compiere tra cui lo stoccaggio della CO2 con un programma di riforestazione, la riduzione delle emissioni e il tema della mobilità dove serve favorire i mezzi pubblici”.
Presente per Roma, la città che – come ricorda il resoconto – “è tra le più complesse da rendere a impatto zero poiché dalla grande estensione territoriale e dall’alto numero di popolazione”, il direttore dell’Ufficio clima Edoardo Zanchini ha dichiarato: “l’obiettivo della neutralità climatica è possibile, esistono buone pratiche replicabili. Roma si è prefissata l’obiettivo di ridurre le emissioni del 51,6% rispetto ai livelli del 2003 ma vogliamo portarlo ad almeno il 66%, che poi è lo sforzo che la città dovrebbe fare per essere coerente con l’Accordo di Parigi. Va fatto comprendere ai cittadini il processo di transizione, un processo già iniziato ma sul quale occorre capire come accelerare su alcuni elementi chiave come le comunità energetiche”.
A concludere il panel sui Comuni è stato il direttore Dipartimento ambientale di Torino Gaetano Noè: “Dobbiamo abbattere due milioni di tonnellate di CO2. Il 36,5% è da imputare al settore residenziale, il 33,1% ai trasporti. Vogliamo tagliare del 68% le emissioni entro il 2030, ma per farlo sarà fondamentale il ruolo delle governance interna e il tipo di relazioni che sapremo instaurare con l’esterno. Per quanto riguarda le nostre misure strategiche puntiamo sul retrofit energetico edilizio, sull’abbattimento dei consumi, sulla decarbonizzazione dei trasporti e sulla produzione di energia rinnovabile”.