Addio a Berlino capitale verde? Dopo aver sfiorato nei sondaggi del 2021 la possibilità di un Sindaco (anzi Sindaca) verde, dalla capitale tedesca arrivano due segnali di contro tendenza. Domenica 26 marzo è fallito il referendum che proponeva di raggiungere la “neutralità climatica” entro il 2030. Era stato proposto non dai Grunen ma da associazioni ambientaliste ed esponenti della società civile che avevano raccolto decine di migliaia di firme. Il referendum non ha raggiunto il quorum.
Secondo il regolamento, per vincere e trasformarsi in legge, il referendum “Klima Schutz” avrebbe dovuto raccogliere i Sì di almeno un quarto degli aventi diritto al voto. Gli sono mancati quasi 200 mila voti. Ma il dato che mi è parso più notevole – più del mancato quorum – è che i No hanno raggiunto la ragguardevole percentuale del 48,7%, pur non essendoci stata una campagna organizzata per il No. Il No ha prevalso nei quartieri periferici, che sono sia borghesi (villette) che popolari, ma più popolari che borghesi. Il Sì ha stravinto nei quartieri centrali dei ceti medi progressisti. Il risultato è in qualche modo collegabile al risultato politico delle elezioni del Land Berlino di poche settimane fa, in cui la Cdu è tornata dopo molti anni ad essere il primo partito, grazie al voto dei quartieri periferici.
Sembrava che la coalizione cosiddetta rosso-rosso-verde avrebbe comunque continuato a governare perchè in termini di seggi poteva farlo. Ma i socialdemocratici hanno preferito svoltare ed avviare negoziati con la Cdu per il governo della città. Gli esponenti dei Grunen, del governo locale uscente, ammoniscono contro i rischi di una politica che trascuri l’ambiente, ma al tempo stesso non avevano sostenuto compattamente il referendum Klima Schutz.
Per diventare a emissioni zero entro il 2030 Berlino avrebbe dovuto mettere in atto misure radicali nel traffico, nelle abitazioni, nel riscaldamento. La cosa che più ha intimorito molti cittadini è stata il costo che inevitabilmente si sarebbe trasferito sugli inquilini e sui proprietari di case. A questi si è aggiunta la agguerrita – anche se forse non maggioritaria – componente degli automobilisti incalliti. A differenza di quello che forse sarebbe successo da noi, il referendum è stato preso molto sul serio, e le emissioni zero entro il 2030 sono state viste da molti come una accelerazione impraticabile.
Adesso ovviamente più o meno tutti i politici berlinesi dichiarano che comunque l’ambiente è nel loro cuore. Però intanto il referendum non è passato e contemporaneamente i Grunen che sono al governo nazionale vengono relegati all’opposizione. Proprio a Berlino. Intanto come ultimo atto del governo locale uscente, l’abbonamento mensile ai trasporti pubblici resta a 9 euro per i redditi più bassi.