L’aumento della domanda di batterie, da quelle per i veicoli elettrici alle classiche pile ministilo per i dispositivi portatili, previsto per i prossimi anni, dovrà trascinare con sé la capacità di riciclo dei singoli Paesi.
A farcelo sapere è una ricerca condotta dal Director Sustainability Services UK & Italy della dss+ Federico Magalini per la Erion Energy, la quale valuta anche l’impatto del nuovo Regolamento della UE relativo al ciclo di vita di pile e batterie, destinato a diventare sempre più sostenibile.
Il report, presentato il 9 novembre all’evento “Ecomondo 2022”, prevede che, per favorire l’economia circolare e ridurre l’impatto sull’ambiente, il riciclo dei cosiddetti RPA dovrà aumentare di ben 25 volte entro il 2030.
Perché è così importante riciclare gli RPA
Gli RPA, acronimo di Rifiuti di Pile e Accumulatori, sono dispositivi di uso comune che, in seguito alla crescente diffusione di dispositivi tecnologici e mezzi di spostamento elettrici, hanno subito una grande impennata a livello produttivo.
Ognuno di noi utilizza quotidianamente qualche apparecchio elettronico alimentato da batterie ricaricabili o pile usa e getta o ricaricabili; tra i primi rientrano ad esempio gli smartphone e i tablet, ma anche le bici e le auto elettriche. Nel secondo gruppo è invece possibile includere tutti quegli apparecchi elettrici ed elettronici che vengono alimentati ad esempio con le batterie aaa, come le sveglie e i telecomandi.
Componenti fondamentali per fornire energia, gli RPA, quando diventano inutilizzabili, possono creare non pochi problemi a livello ambientale, a causa della presenza al loro interno di metalli pesanti. Questi, se dispersi nell’ambiente o conferiti nei cassonetti della raccolta indifferenziata, risultano estremamente inquinanti e possono creare seri danni all’ambiente.
Inoltre, un’elevata percentuale dei materiali presenti in questi dispositivi riveste una grande importanza per l’economia dei Paesi. Il cobalto, il nichel, il manganese e il litio, riciclati correttamente, possono infatti essere reimmessi nel ciclo produttivo, riducendo la necessità di rivolgersi a Paesi esteri per ottenere materie prime.
I dati del rapporto Erion Energy
Secondo i dati riportati nel rapporto dal titolo “Il Regolamento europeo sulle batterie e le sfide per la catena del valore”, in Europa vengono annualmente immesse sul mercato 2.500.000 tonnellate di nuove pile e batterie; il quantitativo dei rifiuti RPS è all’incirca simile, ma sul totale meno del 45% viene riciclato in modo corretto.
Se guardiamo alla sola Italia, la percentuale di batterie recuperate è ancora più bassa rispetto a quella media europea, attestandosi intorno al 30% per le pile e al 40% per le batterie dei veicoli elettrici.
Per fare il punto della situazione e capire l’importanza del riciclo delle pile e batterie, è necessario osservare un altro dato, ossia quello relativo all’indipendenza produttiva della UE per quanto riguarda la produzione di materie prime necessarie per fabbricare nuove batterie. La percentuale è pari ad appena l’1% del fabbisogno attuale, il quale è inoltre destinato a salire del 25% entro il 2030.
Il nuovo Regolamento punta ad aumentare del 54% il riciclo delle batterie dei veicoli e del 70% quello delle pile, al fine di favorire l’economia circolare, ridurre la dipendenza economica dai Paesi esteri e limitare al massimo l’impatto ambientale.