La proposta europea di legislazione sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio non piace alla viceministra all’Ambiente Vannia Gava che promette un confronto “serio e ragionevole” al tavolo del Consiglio Ue.
“La proposta di regolamento sugli imballaggi presentata oggi dal Vicepresidente Timmermans e dal Commissario Sinkevivicius conferma tutte le criticità che imprese e Governo hanno evidenziato nei giorni scorsi: un muro ideologico, l’assenza di aperture al confronto e l’inadeguatezza davanti a situazioni di eccellenza come quella del nostro Paese” ha commentato.
“Se ridurre gli imballaggi significa eliminare i sacchetti per la frutta e la verdura sotto 1,5 kg, allora si vuole incentivare lo spreco alimentare. Se favorire il riciclo significa obbligare gli Stati a organizzare sistemi di deposito e ritiro, allora si vuole smantellare il sistema dei consorzi in Italia. Consorzi che garantiscono gli eccellenti livelli di riciclo con cui l’Italia ha superato con 9 anni di anticipo i target Ue, fondamentali per rigenerare i prodotti, convenienti per i produttori, che fungono da stimolo costante allo sviluppo di processi innovativi per la creazione di materie prime seconde” prosegue la viceministra Gava.
“Per altro, il sistema di vuoto a rendere proposto dall’Ue, con tanto di cauzione a carico dei consumatori, può costare fino a 10 volte di più dell’attuale sistema di raccolta differenziata, senza la garanzia che possa produrre effetti migliori per il riciclo e registrare un minore impatto sull’ambiente. Se la direttiva imballaggi non ha trovato la giusta applicazione in alcuni Paesi, non si capisce perché debbano essere puniti i Paesi più efficienti, i cui modelli di trattamento dei rifiuti sono delle best practices che andrebbero imitate. Le imprese, lo dice anche il testo del regolamento, hanno chiesto di incentivare il riciclo, non di affossare un intero comparto industriale. Non molleremo e daremo battaglia”, conclude.