Il 26 settembre si chiudeva l’edizione 2022 di Terra Madre, la più importante kermesse italiana sulle tematiche del cibo “sano, pulito e giusto”, dove l’associazione Eco dalle Città ha fornito l’essenziale servizio di presidio alle ecoisole per garantire una corretta raccolta differenziata. Ogni postazione è stata “coperta” grazie ad un dispiegamento di giovani donne e uomini, che hanno aiutato i visitatori della fiera a conferire correttamente i rifiuti. Tra di loro anche molti studenti in alternanza scuola-lavoro. Pubblichiamo l’appassionata testimonianza di Alberto Razzano, studente e rappresentante del Liceo Cattaneo.
Lezioni, scuola, settembre: tre concetti molto difficili da conciliare insieme per un semplice studente che torna dal periodo estivo. Come tanti altri ragazzi, sono tornato a scuola in questo mese, che porta con sé indelebili ricordi di un’estate che ritornerà tra un anno. La prima proposta di alternanza scuola-lavoro che abbiamo ricevuto dal liceo “C. Cattaneo” è stata l’adesione al progetto “Terra Madre”. Premetto che inizialmente, da parte mia, c’era un po’ di diffidenza nei confronti di quest’attività. Pochi giorni dopo però ci è stato spiegato, tramite
degli esperti di Eco dalle Città, ciò che avremmo dovuto fare: la mia diffidenza toccava ancora una soglia alta, ma, incredibilmente, minore rispetto ai giorni precedenti.
Tante informazioni per un progetto che sembrava essere particolarmente complesso. Il primo giorno, appena arrivato, ero un po’ spaesato, ma ho cominciato fin da subito a prendere confidenza con quell’ambiente legato al mondo culinario ed estremamente attento alle politiche ambientali. Ho percepito immediatamente le emozioni che l’ambiente in cui mi trovavo trasmetteva, emozioni che sapevano stuzzicare quell’affascinante idea di raffinatezza ed eleganza legate al mondo dei sapori. La mia mente era ammaliata da questo flusso di profumi, ma tutto ciò è potuto durare molto poco. Appena arrivato alla mia eco-isola, mi sono accorto di quanto poco la gente prestasse attenzione alla raccolta differenziata. Credo sia stata la prima volta in cui mi sia veramente sentito coinvolto in un progetto di Pcto: io, l’ambiente e la noncuranza, un connubio che doveva risolversi per forza e dovevo farlo in prima persona.
Ciò che ha creato scompiglio nella mia mente era l’indifferenza, che vigeva sovrana tra tanti passanti. Io, a differenza di ciò che la gente faceva finta di non vedere, ero lì. Ero consapevole e felice di poter aiutare l’ambiente, nel mio piccolo, ponendomi come intermezzo tra i meno attenti e la raccolta differenziata. Il mondo tante volte nasconde i suoi lati positivi, più di quanto non faccia con quelli negativi. La caratura e l’interesse di certe persone nell’impegnarsi a fare, in maniera adeguata, la raccolta differenziata, era, a volte, persino non paragonabile allo sforzo dei volontari delle ONG.
Un semplice brivido ha attraversato tutto il mio corpo quando un gesto semplice mi ha cambiato la giornata: una signora e un bambino, due generazioni diverse, che si apprestavano meticolosamente a differenziare i vari rifiuti. La saggezza di un’anziana signora e la semplicità di un bambino, racchiusi in un’immagine da incorniciare per sempre, hanno mostrato ancora una volta all’uomo che la speranza di poter cambiare il mondo dev’essere ancora viva dentro di noi, ogni giorno.
Un progetto, diverso dal solito, è stato in grado di porsi come intermezzo tra me ed il mio futuro. Mi ha dato la possibilità di poter conoscere qualcosa in più, che potrà aiutare a raggiungere gli obiettivi fissati dalla Cop26. Terra Madre ha richiamato l’attenzione su ciò che di più importante c’è per l’uomo sulla Terra: il cibo e la Terra stessa. Una cura per un mondo così rovinato che, dopo questa esperienza, non sembra più essere un malato terminale.