Un’emergenza “grave”, così l’ha definita il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, non solo per l’allarme diossina ma anche e soprattutto per la collocazione dei rifiuti. L’incendio che la sera del 15 giugno ha messo fuori uso i due tmb di Malagrotta, uno sicuramente compromesso e l’altro comunque fermo in questo momento, determina la necessità di trovare subito uno sbocco per il trattamento di 1500 tonnellate al giorno di indifferenziato. Roma ne produce quotidianamente circa 2500, che fino a ieri venivano trattati da tre tmb sul territorio – il terzo è l’impianto di Rocca Cencia che si vorrebbe chiudere con il progetto dell’inceneritore – e in parte – circa 500 tonnellate – mandate fuori Roma.
“L’incendio non è solo un grave incidente – ha detto Gualtieri – ma costituisce un danno significativo per il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Roma, su cui avrà inevitabili conseguenze immediate. Siamo già al lavoro per ricollocare quanto prima le quantità trattate dall’impianto danneggiato e indirizzarle su altri impianti di trattamento e sui successivi sbocchi”.
Nella mattina del 16 giugno è prevista una cabina di regia con i vertici di Ama, il Campidoglio e gli operatori che hanno contratti in essere con l’azienda proprietaria degli impianti, la E.Giovi srl, di Manlio Cerroni.
I danni principali coinvolgono comunque il tmb2, in particolare si apprende che ad essersi danneggiata è una vasca di stoccaggio del combustibile solido, cioè il materiale che viene inviato ai termovalorizzatori. Le fiamme sono partite dal rigassificatore, inutilizzato dal 2011. L’incendio è comunque sotto controllo. I vigili del fuoco – una sessantina in tutto, con 20 mezzi giunti anche da Campania, Abruzzo, Toscana, Umbria e Marche – hanno lavorato tutta la notte per confinare le fiamme ed evitare che interessassero altre strutture. Per spegnere definitivamente il rogo ci vorranno però giorni.
Con un ordinanza del sindaco il Comune di Roma ha disposto “per un periodo non superiore a 48 ore, in virtù del principio di precauzione”, per un raggio di 6 km dal luogo dell’incendio, la sospensione delle attività scolastiche e dei centri estivi, pubblici e privati; il divieto di consumo degli alimenti di origine animale e vegetale prodotti nell’area individuata; il divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile; il divieto di utilizzo dei foraggi e cereali destinati agli animali, raccolti nell’area individuata.