Greenpeace dice no alla proposta della Commissione Europea di etichettare come sostenibili gas fossile e nucleare nell’ambito della cosiddetta tassonomia Ue. “È in corso una tentata rapina – dichiara Ariadna Rodrigo di Greenpeace EU. Qualcuno sta cercando di togliere miliardi di euro alle rinnovabili per buttarli in tecnologie che, come il nucleare e il gas fossile, non fanno nulla per contrastare la crisi climatica o peggiorano attivamente il problema. Per trovare i responsabili basta cercare nella Commissione Europea: qualcuno fa solo finta di prendere sul serio l’emergenza ambientale e climatica”.
Il piano presentato dall’Unione Europea potrebbe dirottare centinaia di miliardi di euro di investimenti privati dalle rinnovabili al gas fossile o alla produzione di energia nucleare, peggiorando la crisi climatica. Oltre a produrre rifiuti radioattivi pericolosi e ingestibili, i reattori nucleari richiederebbero così tanto tempo per essere costruiti che non possono entrare in funzione abbastanza rapidamente per contribuire a raggiungere gli obiettivi climatici che l’UE si è prefissa per il 2030, periodo che la comunità scientifica indica come decisivo per contrastare la crisi climatica. Il gas è inoltre il combustibile più inquinante nell’UE. A questo va aggiunto che l’impennata del suo prezzo ha scatenato una crisi energetica nel Vecchio Continente.
Per Greenpeace, questa proposta antiscientifica dell’Unione Europea è il più grande esercizio di greenwashing di tutti i tempi e si fa beffe delle sue pretese di leadership globale sul clima e sull’ambiente. L’inclusione di gas fossile e nucleare nella tassonomia è sempre più difficile da spiegare come qualcosa di diverso da un regalo a due industrie disperate con potenti legami politici.
Secondo l’associazione ambientalista, in questa figuraccia internazionale dell’UE spicca anche l’Italia, che ha confermato in pieno i “bla bla bla” con cui da tempo attiviste e attivisti del clima bollano politiche e piani nazionali che premiano il gas fossile. “Il governo italiano prima ha dato la colpa del caro bollette alle rinnovabili, poi ha cominciato a straparlare di nucleare per distrarre l’opinione pubblica dal vero obiettivo: promuovere il gas”, dichiara Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia. “La difesa del gas non solo è dannosa per il clima del pianeta, ma è anche un chiaro favore alle big nazionali del settore, che in questi mesi hanno accumulato enormi extraprofitti, rivendendo a caro prezzo il gas – acquistato dalla Russia a cifre inferiori rispetto a quelle di mercato – e facendo pagare il conto ai consumatori e alle aziende del settore delle rinnovabili”.
Passando al nucleare, dopo aver fantasticato di un fantomatico ritorno all’atomo, l’Italia a Bruxelles ha ammesso che questo salto indietro nel passato non avverrà mai. Al tempo stesso, ha chiesto limiti di emissione per le centrali a gas fossili analoghi a quelle delle centrali a carbone. Per Greenpeace Italia, quella del governo Draghi è insomma Finzione Ecologica allo stato puro.